Settima Tappa del Giro d’Italia 2023: Da Capua al Gran Sasso
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Eccoci a Capua per iniziare questa settima Tappa del Giro d’Italia. Città di origini antichissime, fu ricostruita nell’856 in seguito alla distruzione di “Capua Vetere” da parte dei Saraceni. Con l’arrivo dei Normanni e con Federico II di Svevia, la città divenne un importante centro amministrativo e con gli Angiò si arricchì di palazzi nobiliari e edifici religiosi.
Capua, racchiude in poche centinaia di metri secoli di storia: chiese che spaziano dal periodo longobardo al tardo Barocco, antichità romane e palazzi gentilizi. La Basilica Benedettina di Sant’Angelo in Formis, con i suoi affreschi, testimonia l’alto livello culturale della città circondata dal fiume Volturno, sorvegliata dal monte Tifata e protetta da una poderosa cinta muraria.
Merita una visita, il Museo Provinciale Campano di Capua, che ospita moltissimi reperti importanti dall’epoca preromana fino alle opere del XVIII secolo, oltre alla più vasta collezione di Matres Matutae, statuine raffiguranti la divinità romana del mattino (o dell’aurora). Infatti, nell’antica città di Santa Maria di Capua Vetere, a poca distanza da Capua, si possono vedere ancora le maestose rovine del tempio dedicato alla dea.
Alla ricchezza di Capua e del suo territorio fanno eco le prelibatezze di una terra fertile e florida: mozzarella di bufala, meloni, carciofi e formaggi, vino Casavecchia e Pallagrello, sono solo alcuni dei prodotti di questa terra antica.
Prima di lasciare la Campania non possiamo non menzionare la vicina Caserta, con la sua bellissima città vecchia, borgo medievale di grande fascino, e la splendida Reggia, patrimonio UNESCO, col meraviglioso parco, opera del 1752 dell’architetto Luigi Vanvitelli, storicamente appartenuta alla famiglia dei Borbone.
Lasciata Capua, il percorso entra in Molise attraversando la magnifica cittadina di Venafro, che con la sua impostazione urbanistica ricalca l’assetto dell’antico insediamento romano, per poi giungere in Abruzzo.
Una volta arrivati in Abruzzo, è consigliabile una visita al Castello cinquecentesco dell’Aquila, sede del Munda, il Museo Nazionale d’Abruzzo, dove poter vedere con i propri occhi lo scheletro perfettamente conservato di un mammut, rinvenuto nella conca dell’antico lago nel 1954.
Un territorio aspro e brullo ci conduce poi a Roccaraso e, passando per Sulmona, patria dei confetti, arriviamo fino ai 1190 metri di Calascio, porta d’accesso al Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Da qui lo sguardo spazia dalla Valle del Tirino alla piana di Navelli, ammirando un panorama mozzafiato. Il parco si presta a diverse attività: dalle escursioni lungo i vari percorsi dedicati, a piedi, a cavallo o in mountain bike, ai tour enogastronomici.
L’olio e, soprattutto, lo zafferano hanno reso famosi questi luoghi, per lo più dediti alla pastorizia.
Ancora uno sforzo e percorrendo una strada dura e scoscesa saliamo fino ai 2130 metri di Campo Imperatore, dove godersi un meritato riposo, magari gustando il celebre canestrato di Castel del Monte, il pluripremiato formaggio pecorino a pasta dura, presidio slow food.
Il podio della tappa
La mozzarella di bufala dello chef Enrico Croatti per assaporare Campania, Molise e Abruzzo
La mozzarella di bufala è un alimento della tradizione gastronomica campana, che si presta ad essere gustata in ogni tempo e in ogni stagione.