Punta Secca

Questo itinerario siciliano sulle tracce del commissario Montalbano comincia da quella che nella famosa serie tv è la sua casa: una bianchissima villetta affacciata sulla spiaggia, aperta verso le placide onde del mar Mediterraneo.
Nel serial televisivo questa località è conosciuta come Marinella, sbocco sul mare dell’immaginario paese di Vigàta, ma siamo in realtà a Punta Secca, frazione marittima del comune di S. Croce Camerina, nella piazzetta della Torre Scalambri.
La casa utilizzata per il set de “Il commissario Montalbano” è una delle più belle della costa ragusana e ogni estate fa da sfondo a migliaia di selfie dei turisti più curiosi. La grande terrazza si appoggia direttamente sulla sabbia e questa è una cosa piuttosto unica: negli Anni ‘30 infatti l’allora proprietario aveva ottenuto un permesso speciale dal demanio.
Dopo il successo della fiction, la villetta di Salvo Montalbano è stata trasformata in un romantico bed and breakfast: se non doveste trovare posto per la notte, Punta Secca merita comunque una tappa, per una giornata in spiaggia o per una passeggiata in riva al mare.
Castello di Donnafugata

Dalla costa sabbiosa di Punta Secca vi basteranno pochi chilometri verso l’entroterra per ritrovarvi immersi nel romantico paesaggio mediterraneo del castello di Donnafugata. Accerchiato da un parco rigoglioso, suddiviso in giardino all’inglese, giardino alla francese e orto-frutteto, il castello ha perso le sue funzioni difensive da quando nel corso dell’800 il barone ragusano Corrado Arezzo de Spuches decise di convertirlo in una sfarzosa e invidiatissima dimora di campagna.
Da allora il castello di Donnafugata ha ospitato grandi ricevimenti e ospiti illustri, prima di trasformarsi nell’opulento rifugio di un boss mafioso Balduccio Sinagra nel memorabile episodio “La gita a Tindari” de “Il commissario Montalbano”. Luca Zingaretti, inconfondibile interprete di Salvo Montalbano nella serie televisiva, è rimasto talmente legato a questo luogo che l’ha scelto insieme alla moglie e attrice Luisa Ranieri per celebrare il loro matrimonio da favola, nel giugno 2012.
Ragusa Ibla

Riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità, insieme ad altri capolavori del tardo barocco in Val di Noto, la città di Ragusa sfoggia il suo aspetto più scenografico nel quartiere di Ibla, adagiato nella parte più bassa di questo capoluogo siciliano.
Diversi luoghi del quartiere sono serviti come set per le riprese de “Il commissario Montalbano”, e la cosa non dovrebbe sorprendervi: girando tra le vie di Ibla vi sentirete immersi in una sfarzosa cartolina barocca che catapulta i visitatori all’anno 1693, quando Ragusa fu interamente ricostruita a seguito di un terribile terremoto.
Vie e palazzi di Ragusa Ibla ruotano attorno al suo centro geografico, piazza del Duomo, utilizzata nella Vigàta televisiva come punto di ritrovo dei personaggi principali. Qui Salvo Montalbano dà appuntamento al suo vice Mimì e al suo ispettore Fazio, e molti momenti cruciali della serie accadono all’ombra della splendida facciata della cattedrale di S. Giorgio.
In quest’apoteosi di barocco a tinte siciliane, solo un piccolo e basso edificio sul lato sud di piazza Duomo si distingue per stile e dimensioni: è il Circolo di Conversazione di Ragusa Ibla, luogo in cui Montalbano va spesso a rompere i cabbasisi al dottor Pasquano intento a giocare a carte. Il circolo fu costruito nel 1850 per ospitare giochi e incontri dell’aristocrazia cittadina. Anche questa palazzina in sobrio stile neoclassico appare ne “Il commissario Montalbano”, più precisamente nell’episodio “L’odore della notte”, andato in onda nel novembre 2002.
Compaiono a più riprese nella fiction anche altre vie e monumenti di Ragusa Ibla, come corso XXV Aprile e la chiesa di S. Giuseppe, o ancora la chiesa di S. Maria delle Scale che regala una vista impareggiabile su tutta la città. Inoltre, in alcuni episodi, in sostituzione del Municipio di Scicli, il commissariato è stato ambientato in un edificio comunale in piazza Pola.
Modica

Proseguendo verso sud lungo l’altopiano ibleo costeggerete uliveti e prati attraversati dai pascoli fino a raggiungere la città di Modica, inclusa tra le località tardo barocche del Val di Noto protette dall’UNESCO.
Il paese è scavato in verticale lungo il pendio roccioso di una collina, e le sue strade intricate si inerpicano ripidissime, formando un susseguirsi di piazze e vie pittoresche. Anche Modica come molte delle città più belle del ragusano ha ospitato alcune riprese de “Il commissario Montalbano”.
Davanti alla monumentale facciata del duomo di S. Giorgio, ad esempio, ritroviamo il protagonista che aspetta la fidanzata Livia alla fermata della corriera. Il medico legale del commissariato di Vigàta, il dottor Pasquano, abita a pochi passi dalla cattedrale: la sua casa è stata ambientata in una parte del giardino pensile sul quale si affaccia la chiesa. Invece, il liceo Tommaso Campailla e il Palazzo della Cultura di Modica compaiono in due episodi amatissimi della serie: “Salvo amato, Livia mia” e “La pista di sabbia”.
Da Scicli a Sampieri

Fin qui sono stati soprattutto i monumenti del tardo barocco a fare da sfondo alle riprese de “Il commissario Montalbano”. Anche a Scicli, come in tutto il territorio, non mancano capolavori barocchi, ma protagonista di tantissime inquadrature televisive è, in questo caso, un edificio neorinascimentale, di tutt’altro stile.
Stiamo parlando del Municipio cittadino, di via Mormino Penna, costruito a inizio ‘900, un magnifico palazzo che si presta perfettamente a ospitare il commissariato di Vigàta, dove il commissario Salvo Montalbano e colleghi discutono, si confrontano, interrogano sospetti criminali e brindano alle indagini concluse con successo.
La vostra visita della vivace Scicli può cominciare proprio dal municipio, nel cuore del centro storico, e da qui muoversi in direzione dei principali monumenti del borgo, come la chiesa di S. Giovanni Evangelista, questa sì, in stile barocco siciliano.
Questo percorso turistico cinefilo in onore del commissario più amato d’Italia è cominciato dal mare, dalla casa di Salvo Montalbano, e sul mare non poteva che trovare la sua degna chiusura.
In località Sampieri, frazione marinara di Scicli, si affaccia verso le acque del Mediterraneo una struttura affascinante quanto fatiscente, che si tinge di colori particolarmente intensi quando il sole è basso all’orizzonte.
È la cosiddetta “fornace Penna”, o almeno quello che rimane di una vecchia fabbrica di laterizi, monumento di archeologia industriale non ancora sfruttato appieno a livello turistico: le arcate della vecchia fornace compaiono nelle scene iniziali de “La forma dell’acqua”, tra gli episodi più visti e famosi de “Il commissario Montalbano”.