Da Porto Giunco a Punta Molentis: dune, laguna e torre seicentesca

Partenza da Villasimius, grazioso borgo marinaro affacciato sull’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Il cammino prende il via dalla spiaggia di Porto Giunco, una distesa di sabbia chiara bordata da dune e ginepri. Alle spalle brilla lo stagno di Notteri – habitat di fenicotteri e altri uccelli migratori – mentre, sul promontorio, si staglia la torre di Porto Giunco (XVI–XVII secolo), baluardo di avvistamento spagnolo. Il tratto costiero è ideale per entrare nel ritmo del viaggio: sabbie morbide, sentieri fra eucalipti e macchia mediterranea, soste panoramiche dalla sommità della torre. Seguendo il profilo di Capo Carbonara, si raggiunge Punta Molentis, insenatura ad arco celebre per l’acqua trasparente e i contrasti granitici. Suggerimenti pratici: scarponcini leggeri, cappello e borraccia; rispetto dei divieti nelle aree dunali e attenzione ai tratti esposti al sole. Possibile avvistare relitti sommersi e fondali variopinti nelle zone consentite allo snorkeling. Arrivo: area di Punta Molentis / versante orientale di Capo Carbonara.
Cala Pira e Costa Rei: torre cinquecentesca e spiagge di Castiadas

Dal settore orientale di Capo Carbonara si procede verso nord lungo arenili e sentieri costieri. La tappa è dedicata a Cala Pira, mezzaluna di 400 metri di sabbia finissima che degrada in un mare turchese con venature smeraldo. Sulla ‘roccia del Cappuccino’ domina la torre omonima (XVI secolo), punto d’osservazione privilegiato sulla costa e sull’isola di Serpentara. Alle spalle, in lontananza, si scorgono le cime del Parco dei Sette Fratelli, una quinta naturale che incornicia l’intero litorale di Castiadas. Proseguendo, il paesaggio cambia ritmo: dune e ginepri modellano il tratto di Costa Rei fino allo scoglio di Peppino; poco oltre, salendo verso il promontorio di Monte Ferru, la vista si apre sui paesaggi del Sarrabus. Consigli utili: meglio evitare le ore centrali in estate; lungo il litorale sono presenti punti ristoro stagionali e servizi balneari. Arrivo: zona di Monte Ferru / Costa Rei.
Feraxi, Colostrai e Muravera: verso la Torre dei Dieci Cavalli

La terza giornata è un continuo dialogo tra mare e zone umide: gli stagni di Feraxi e Colostrai, tra Muravera e San Priamo, tingono il paesaggio di verdi e rosa grazie ai fenicotteri. Alle spalle, agrumeti e campagne raccontano la vocazione agricola del Sarrabus. Obiettivo di tappa è la singolare Torre dei Dieci Cavalli, costruita a controllo della ‘porta’ di accesso al paese: una struttura su arco che funge da basamento alla torre circolare (ca. 7 m), presidiata storicamente da dieci guardie a cavallo pronte a dare l’allarme. Poco distante, la piccola chiesa campestre di San Giovanni Battista aggiunge una nota di raccoglimento. Nel finale ci si riporta sul mare a Porto Corallo: la torre aragonese veglia sul porticciolo e, nelle giornate terse, lo sguardo raggiunge i resti del castello di Gibas. Suggerimenti: binocolo per il birdwatching; rispetto dei percorsi segnalati lungo gli stagni. Arrivo: Porto Corallo (Villaputzu).
Cala Murtas e Quirra: spiaggia selvaggia e torre sul promontorio
Da Porto Corallo si prosegue lungo tratti rocciosi e promontori fino alla lunga distesa sabbiosa di Cala Murtas, in un contesto naturale di grande valore. Il litorale ricade nell’area del Poligono Interforze di Quirra: prima di partire verifica sempre eventuali limitazioni e finestre di accesso al pubblico (in genere estive). In caso di inaccessibilità, necessario prevedere un transfer in auto lungo la statale 125 fino alla deviazione per il castello di Quirra. La spiaggia, ampia e poco affollata, offre fondali bassi adatti alle famiglie e scorci ideali per snorkeling, pesca subacquea e fotografia. Dietro l’arenile si alternano dune, stagni e macchia mediterranea; di fronte l’isolotto di Quirra. L’entroterra custodisce emergenze storiche: i ruderi del castello di Quirra e la chiesa campestre di San Nicola, oltre a resti di archeologia industriale (miniere di Baccu Locci). La tappa si chiude ai piedi della Torre Murtas, sentinella sul promontorio. Arrivo: area della Torre Murtas.
Marina di Tertenia: Foxi Manna, Foxi Murdegu e Torre San Giovanni Sarral

Ultima tappa verso l’Ogliastra meridionale: tra eucalipti e lentischi compaiono i resti del molo e delle strutture minerarie di Porto Santoru, testimonianza di un passato industriale legato al trasporto dei minerali. La costa si apre poi in una teoria di spiagge: Foxi Manna, ai piedi del monte Cartucceddu, con sabbia chiara e fondale graduale; Foxi Murdegu (Melisenda), lunga oltre un chilometro e orlata di macchia mediterranea; poco più a nord Foxi de Lioni e le cale di Coccorrocci. Alle spalle, un paesaggio di colline e boschi e, sulle alture, un fitto patrimonio nuragico. Il simbolo costiero è la Torre di San Giovanni Sarrala (inizi XVIII secolo), poi riadattata a bunker nel secolo scorso: dalla sua base si raggiunge la minuscola spiaggia di Sarrala e si domina l’intera marina. Suggerimenti: soste bagno e rifornimenti nei chioschi stagionali; rispetto della segnaletica e delle aree di nidificazione; possibilità di rientro in bus locale o NCC verso Tertenia. Arrivo: Marina di Tertenia / Torre Sarrala.