Bosa, colori sul Temo e prime degustazioni

La partenza è a Bosa, la ‘città dei colori’ affacciata sull’unico fiume navigabile della Sardegna, il Temo. Tra i vicoli scenografici del quartiere storico di sa Costa, sotto l’imponente castello dei Malaspina (XII sec.), respiri storia, artigianato e un’identità vivace. Il patrimonio è ricco: la cattedrale dell’Immacolata con gli affreschi, le antiche concerie lungo il fiume (oggi museo), la chiesa di Nostra Signora de sos Regnos Altos dentro le mura, e poco fuori la romanica San Pietro extra muros. Sulla foce del Temo si apre Bosa Marina, premiata ogni anno per la qualità del mare, base ideale per una sosta tra chioschi e passeggiate al tramonto. Il viaggio enogastronomico inizia qui: entra in una bottega o in una cantina per assaggiare la Malvasia di Bosa DOC, magari con il bistokku, il pane tipico locale. Arrivo consigliato: Modolo.
Modolo, micro‑borgo tra vigneti, uliveti e ciliegi

Bastano pochi minuti dal Ponte Vecchio per raggiungere Modolo, minuscolo borgo della Planargia, inserito tra i ‘Borghi autentici d’Italia’. La valle è un anfiteatro agricolo dove prosperano ciliegi, ulivi secolari e vigne: la coltura della Malvasia qui disegna il paesaggio. Le origini sono antiche – dal Neolitico all’età del Bronzo con domus de Janas e nuraghi – e il paese custodisce la parrocchiale di Sant’Andrea (VII sec.), con statue lignee seicentesche. A maggio, durante la festa patronale, il borgo si anima tra riti e sapori, occasione perfetta per un calice di Malvasia. Percorri le vie del centro e poi riprendi la SP35: il panorama si apre sulle valli della Planargia in direzione Magomadas. Arrivo consigliato: Magomadas.
Magomadas, colline sul mare e Museo del Vino

Magomadas sorge in cima a una collina con vista che spazia dalle vigne alla costa di Santa Maria del Mare. Il legame con la viticoltura è raccontato nel Museo del Vino della Planargia, ospitato in un edificio del XVI secolo nel centro storico: un percorso tra attrezzi, pratiche e tradizioni della Malvasia. In paese visita la parrocchiale di San Giovanni Battista (inizi XVII sec., tardo gotico‑catalano) con tre altari settecenteschi, e la chiesa di Santa Croce con il Cristo ligneo protagonista de s’Iscravamentu. Se il meteo è favorevole, raggiungi un belvedere per abbracciare con lo sguardo valle e mare. Prosegui verso Tresnuraghes, dove cultura e litorali si incontrano. Arrivo consigliato: Tresnuraghes.
Tresnuraghes, torri costiere e il mare di Porto Alabe

Il nome richiama tre nuraghi quasi scomparsi, ma Tresnuraghes conserva un patrimonio diffuso: nuraghi come Martine, Nani e Tepporo, una tomba di Giganti lungo la strada per la campestre San Marco (pellegrinaggio il 25 aprile) e testimonianze del Neolitico (domus de Janas e un dolmen in località Foghe – su Ju Malmuradu). Sul mare spiccano le torri costiere di Foghe, Columbargia e s’Iscra Ruja, erette nel XVI secolo dalla Corona spagnola; la borgata di Porto Alabe incanta con spiagge scenografiche e acque limpide. In paese, chiese ed edifici storici raccontano una comunità legata a feste religiose e tradizioni culinarie che si abbinano naturalmente a un bicchiere di Malvasia. Dopo la sosta, rientra nel cuore della Planargia verso Flussio. Arrivo consigliato: Flussio.
Flussio, malvasia e l’antica arte dell’intreccio d’asfodelo

A due chilometri da Tresnuraghes, Flussio è sinonimo di due eccellenze: la Malvasia e l’arte dell’intreccio d’asfodelo. L’identità del paese si svela nel ritmo delle stagioni e nella sapienza artigiana che trasforma steli essiccati in corbule e canestri; il rito della raccolta è rievocato nell’evento Tirende isciareu. Visita il museo locale per scoprire tecniche e simboli, poi fermati in una casa del vino o in cantina per conoscere gli stili della DOC (secco, amabile, dolce). La prossima tappa è dietro l’angolo: Tinnura, il ‘museo a cielo aperto’ della Planargia. Arrivo consigliato: Tinnura.
Tinnura, murales, fontane e pavimentazioni artistiche colorate

Tinnura condivide la vocazione per la Malvasia e i cesti d’asfodelo, ma si distingue per l’arte pubblica diffusa: murales che raccontano vita e lavoro tradizionali, opere scultoree di artisti sardi, pavimentazioni lastricate dai motivi colorati e fontane monumentali – tra cui la Fontana dello Zodiaco e la Funtana ’e giosso. Cammina senza fretta per scoprire le scene dipinte e i dettagli artigiani, poi dirigiti verso l’ultima tappa, Suni, a poche centinaia di metri. Arrivo consigliato: Suni.
Suni, parco archeologico, tradizioni e sapori di Planargia

Il percorso si chiude a Suni, raccolta attorno alla chiesa di San Pancrazio, con festeggiamenti che includono un’Ardia a cavallo. La memoria del paese è custodita nella casa‑museo Tiu Virgiliu, mentre il parco archeologico offre un itinerario tra domus de Janas e due nuraghi. Poco distante, lo stagno Sa Paule è un piccolo osservatorio per il birdwatching. Concludi con l’assaggio delle specialità locali – dolci, formaggi, prodotti da forno – accompagnate, naturalmente, da un calice di Malvasia della Planargia. Da qui è semplice rientrare a Bosa e chiudere l’anello. Arrivo: rientro a Bosa.