Tutto sul Carnevale di Ivrea, il più antico d’Italia
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Tra le feste e tradizioni del Piemonte c’è un evento unico, che fonde storia e leggenda: è il Carnevale d’Ivrea, il più antico d’Italia.
Vi piacerebbe partecipare a questa manifestazione italiana di interesse internazionale? Ecco a voi qualche idea per pianificare al meglio il vostro viaggio, con qualche cenno sull'origine del Carnevale nella città canavesana e alcuni suggerimenti su cosa mangiare.
La storia del Carnevale di Ivrea: una genesi di lotta e libertà
Le radici dello Storico Carnevale di Ivrea affondano nel Medioevo. Protagonista indiscussa è la Vezzosa Mugnaia, ovvero Violetta, eroina e simbolo di libertà. Secondo la leggenda, la coraggiosa fanciulla libera il popolo dalla tirannia, uccidendo il Marchese di Monferrato, che affama la città e costringe le giovani spose allo ius primae noctis. La mugnaia prima seduce il nobiluomo, poi si ribella la notte dell’incontro, tagliandogli la testa con la sua stessa spada e dando inizio alla rivolta popolare.
Altre figure di spicco sono il Generale, di origine napoleonica, e il Podestà, rappresentante del potere cittadino: chi accompagna la Mugnaia nel corteo, tra Pifferi e Tamburi, insieme ai cittadini e visitatori con il Berretto Frigio, il cappello della rivolta.
Crediti foto: Laurom
La battaglia delle Arance di Ivrea, da tradizione popolare e vera e propria gara
Da domenica a martedì grasso, nelle principali piazze della città, si svolge la spettacolare Battaglia delle Arance, rappresentazione della rivolta popolare contro le armate del tiranno. Dura per ben 3 pomeriggi e vede sfidarsi, a suon di lancio delle arance, le squadre a piedi, prive di protezione, e quelle sui carri, riparati da caschi di cuoio.
La battaglia ha come teatro le principali piazze della città, con tanto di premiazione finale, assegnata da una speciale commissione alle squadre che si sono maggiormente distinte per ardore, tecnica e lealtà. Per il Carnevale arrivano in città 7000 quintali di arance, provenienti da aziende calabresi e siciliane, attive nella lotta contro le mafie.
I carri del Carnevale di Ivrea sono opere d’arte
Tanti sono i carri allegorici che sfilano durante il Carnevale di Ivrea, da quello dorato su cui appare la Vezzosa Mugnaia - circondata dalle sue damigelle e accompagnata da paggi e attendenti, che l’aiutano nel lancio di caramelle e mimose - a quelli che trasportano gli sgherri agli ordini del tiranno. Questi ultimi sono i cosiddetti Carri da Getto, bardati in maniera pittoresca, trainati da pariglie o quadriglie di cavalli e pronti a sostenere il peso di 10/12 aranceri, tutti con addosso pesanti imbottiture e con il viso protetto da terrificanti maschere di cuoio e grate di ferro. I cavalli sono circa 200 e i preziosi finimenti dei carri sono realizzati da maestri artigiani.
Le squadre del Carnevale di Ivrea
Le prime squadre a piedi di aranceri, pronte a battagliare nel Carnevale di Ivrea, si formano ufficialmente nell’immediato secondo dopoguerra, nel rione operaio della Olivetti: sono gli aranceri Asso di Picche, seguiti dalle squadre Morte, Scorpioni d’Arduino, Tuchini, Scacchi, Pantere, Diavoli, Mercenari e Credendari.
Ciascuna squadra a piedi è formata da centinaia di uomini e donne, pronti ad assalire con le arance gli avversari che transitano sul carro. Indossano costumi colorati, con campanelli alle caviglie e casacche legate in vita e semiaperte sul davanti, così da contenere una buona quantità di agrumi. Sono completamente esposti ai colpi dei nemici, perché sprovvisti di protezione.
I prodotti tipici di Ivrea sono una vera delizia
Se vi state chiedendo cosa si mangia a Carnevale in Italia e quali siano i cibi tipici, eccoli serviti. Negli stand troverete i canestrelli, biscotti tradizionali del Canavese e della Val di Susa, di antica preparazione medievale, e i friciò, dolcetti di Carnevale diffusi in tutto il Piemonte, simili alle castagnole, ma ripieni di uvetta.
Nei rioni delle città sarete inebriati dal profumo delle fagiolate, dalla tofeja canavesana, zuppa che prende il nome dalla terrina in terracotta in cui è cucinata, ai faseuj grass, i fagioli grassi di Ivrea, dalla cottura lunghissima - circa 6 ore - all’interno di pentoloni di rame, con cotenne, cotechini, zampone, ossa di maiale, lardo e cipolle. Per finire, un bel piatto di polenta e merluzzo.