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Natura
La natura dell'Abruzzo in alta quota

Monti, laghi, faggi e camosci nella Marsica: il Parco d’Abruzzo

Tipologia
Percorso in auto
Durata
7 giorni
Numero Tappe
7
Difficoltà
Facile

Da una ventina d’anni si chiama ufficialmente Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, ma quando fu proclamato, oltre un secolo fa, era semplicemente il Parco d’Abruzzo “sorto per la protezione delle silvane bellezze e dei tesori della natura”. Su un’area, che nel frattempo si è ampliata a oltre cinquantamila ettari, allora come oggi si ammirano i boschi, i panorami, gli animali selvatici e una natura da vivere con rispetto.

Già in quel 1921 l’orso bruno marsicano, logo ufficiale del Parco, era la specie più simbolica, ma anche la zona della Camosciara, fra Opi e Civitella Alfedena, contava numerosi visitatori attratti dalla presenza dei camosci.

Nel 1976 il lago di Barrea è entrato tra le zone umide riconosciute su scala internazionale, e dal 2017 l’Unesco considera patrimonio dell’Umanità i quasi mille ettari di faggete presso Villavallelonga, Lecce nei Marsi, Pescasseroli, Scanno, Opi e Civitella Alfedena.

Giorno 1

Gioia dei Marsi

Gioia dei Marsi

Arrivando da l'Aquila, è Gioia dei Marsi a fare da porta d’ingresso nel Parco d’Abruzzo. Il nome del paese prende in prestito quello della popolazione antica, i Marsi appunto, che viveva in regione nel primo millennio a.C. e che fu poi romanizzata.

Lungo la statale, ad una quindicina di chilometri verso Pescasseroli, si incontra a oltre 1400 metri di quota il borgo disabitato di Gioia Vecchio: quasi un museo a cielo aperto, con la chiesa che conserva una stupenda facciata quattrocentesca in pietra.

Partendo da Gioia dei Marsi, è possibile, inoltre, raggiungere in mezz’ora di viaggio il borgo di Villavallelonga, chiamata così perché suggestivamente disposta ai piedi del Monte Quaresima. Del suo territorio faceva parte il primo nucleo della Riserva reale dell’Alta Val di Sangro istituita nel 1872, premessa del futuro Parco d’Abruzzo. Un nuovo piccolo museo, dedicato al naturalista locale Loreto Grande, introduce alla fauna e alle tradizioni del territorio.

Giorno 2

Pescasseroli

Pescasseroli

Monti, boschi di faggi e pinete circondano la cittadina principale del Parco d’Abruzzo, apprezzatissima meta turistica nella sua conca a più di mille metri di quota. Il centro storico del borgo, che si sviluppa accanto alla statale marsicana, nasconde tesori di grande interesse storico come la grande parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo risalente al XII secolo e l’ottocentesco palazzo Sipari, casa natale del filosofo Benedetto Croce. Nelle ex scuderie dello stesso palazzo è possibile visitare il Museo del Parco Nazionale e scoprirne la storia: è interessante scoprire che, nel 1933, il parco venne soppresso per favorire lo sfruttamento dei boschi soprattutto per scopi industriali.

L’ambiente attorno a Pescasseroli era invece storicamente pastorale. La transumanza, cioè la migrazione stagionale delle greggi di pecore dall’Abruzzo al mare pugliese e viceversa, è stata immortalata in poesia da Gabriele D’Annunzio, abruzzese di Pescara. Quegli spostamenti lungo i tratturi aiutano a comprendere la gastronomia locale, fatta di scambi con la Puglia: piatti d’agnello, “cacie e ova”, formaggio pecorino, e prodotti di masseria.

Giorno 3

Opi

Opi

Arrampicato a quota 1250 metri su un costone di roccia, il paese ha certamente origini molto antiche, ma oggi i suoi abitanti superano di poco il mezzo migliaio: le case del borgo si addossano l'una all'altra sul ciglio della roccia, compatte intorno alle due chiese.

Dall’alto si aprono panorami sul monte Marsicano e sulla Val Fondillo, la più verde nel Parco Nazionale, con grotte a mille metri di altitudine e un anfiteatro di origine glaciale circondato dai monti. All’imbocco della valle, lungo la statale Marsicana fra Opi e la Riserva Naturale la Camosciara, si incontra un centro visite del Parco presso il quale informarsi sui percorsi e i servizi offerti in zona: passeggiate a cavallo o su asino, noleggio di mountain bike, tiro con l’arco.

I camosci appenninici che abitano il territorio di Opi si distinguono da quelli delle Alpi o dei Pirenei per via della “mascherina”nera che contorna la macchia bianca sul muso.

Giorno 4

Civitella Alfedena

Civitella Alfedena

Dopo aver attraversato Pescasseroli, Opi e la Riserva Naturale la Camosciara, la statale Marsicana giunge a Villetta Barrea, con le sue case in pietra, le piazzette, il basamento di una torre medievale e un museo dedicato alla transumanza. Merita di certo una visita il borgo di Civitella Alfedena, il più piccolo centro del Parco d’Abruzzo, Bandiera Arancione Touring Club Italiano per le sue qualità turistico-ambientali. Le possibilità di alloggio, le botteghe di prodotti tipici, gli spazi espositivi e le aree faunistiche nei dintorni fanno di Civitella un ottimo esempio di integrazione tra area protetta ed economia locale.

Il borgo, arroccato su uno sperone che sovrasta le sponde del Lago di Barrea, conserva i caratteri tipici di un insediamento appenninico dove le abitazioni sono asserragliate a difendersi non solo da attacchi ma anche contro il freddo e l’isolamento. Le case si aprono sul lato interno delle vie, strette e con rampe di scalini in selciato bianco, formando all’esterno una sorta di muraglione.

Gli edifici storici più rilevanti sono una casa-torre quattrocentesca, dei palazzetti del Seicento e del Settecento e la parrocchiale di S. Nicola di Bari. Il Centro visite del Parco che si trova sulla collina di fronte al paese ospita una esposizione e un’area faunistica di quattro ettari, dedicati al lupo appenninico: Canis lupus italicus.

Giorno 5

Lago di Barrea

Lago di Barrea

Dal borgo storico di Barrea prende nome l’ampio lago montano, particolarmente gradevole d’estate quando la piccola spiaggia, la Gravara, incoraggia a nuotare, ad abbronzarsi e a noleggiare pedalò. Anche nelle altre stagioni si possono costeggiare le acque lungo sentieri o percorsi ciclo-pedonali assistiti da panchine, aree di sosta e punti di ristoro, eventualmente proseguendo per passeggiate panoramiche sulle montagne attorno. È bene però informarsi con cura prima di avviarsi, perché alcune delle camminate sono adatte soltanto ad escursionisti esperti, trovandosi in una zona protetta, e lungo i percorsi i cani vanno tenutisono da tenere rigorosamente al guinzaglio.

Oltre a Barrea, il bacino del lago comprende Villetta Barrea, con un centro servizi del Parco, e Civitella Alfedena.

Giorno 6

Alfedena

Alfedena

Da Barrea, la statale Marsicana invita a spingersi ancora per una dozzina di chilometri fino ad Alfedena, erede di un antico capoluogo dei Sanniti. Sovrastato dai ruderi di un Castello medievale, il borgo conserva collari di bronzo, anelli, perle di pasta vitrea, collane in ambra, pendagli, armi e cinturoni ritrovati in una necropoli locale ed esposti nel Museo civico archeologico.

Il territorio, ai piedi dei massicci del monte Greco e dei monti della Meta, si trova al limite dell’Abruzzo, praticamente ai confini con la provincia laziale di Frosinone e quella molisana di Isernia. Le escursioni estive seguono i sentieri dal Pianoro Campitelli verso il passo dei Monaci, il canyon del Rio Torto e il lago artificiale della Montagna Spaccata, con la sua apprezzata piattaforma galleggiante.

Giorno 7

Scanno

Scanno

Quella che può essere considerata la tappa conclusiva di un itinerario attraverso il Parco d’Abruzzo ci porta nell’alta valle del Sagittario. A differenza di quello di Barrea, il Lago di Scanno è naturale, formato probabilmente da una frana circa tre millenni fa e la sua balneabilità è stata premiata con la Bandiera Blu.

Come Civitella Alfedena, Scanno è una località Bandiera Arancione, selezionata e certificata dal Touring Club Italiano per meriti turistici e ambientali. È anche uno dei centri di villeggiatura più noti nella montagna abruzzese, località di soggiorno estiva e invernale, con un centro storico fatto di scorci, case a schiera, scalinate e archi, fotografatissimo da artisti dell’obiettivo come Henri Cartier-Bresson, Gianni Berengo Gardin e Ferdinando Scianna.

Nella piazza principale si trova la chiesa di S. Maria della Valle, o dell’Assunta, con un campanile di forme romaniche, una cuspide cinquecentesca e all’interno arredi lignei, mentre una breve scalinata nelle vicinanze porta alla chiesa di S. Maria delle Grazie, con elegante decorazione a stucco. Stradine che passano in rassegna palazzi storici portano in piazza San Rocco, uno dei punti più caratteristici, dove si affaccia l’elegante palazzo Mosca. Un altro luogo simbolico è la fontana Sarracco, decorata da archi romanici, mentre nel quartiere di piazza Codacchiola si trova il Museo della Lana, con testimonianze sulla vita quotidiana locale. Una lapide romana testimonia le origini antiche del borgo.

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