La disfida di San Fortunato, un tuffo nel Medioevo a Todi
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Gare di tiro con l’arco storico, combattimenti medievali, spettacoli di giullari, falconieri, tamburini e sbandieratori, un lunghissimo corteo storico tra le vie del centro… Sono questi gli ingredienti principali della «Disfida di San Fortunato», la tradizionale festa medievale che a metà ottobre anima per alcuni giorni tutta la città, in occasione della festa del Patrono, San Fortunato, celebrata il 14 ottobre.
Chi vincerà il Palio dell’Aquila?
A sfidarsi al tiro con l’arco storico in Piazza del Popolo sono gli arcieri che rappresentano i sei rioni di Todi: Colle, Nidola, Valle, Santa Maria, Santa Prassede e San Silvestro. Al vincitore spetterà l’onore di ricevere l’ambitissimo «Palio dell’Aquila».
Diversa invece la sfida per il titolo di “cavaliere di San Fortunato” in cui si affrontano circa 180 arcieri da tutta Italia in un percorso attraverso 10 piazzole lungo tutto il centro storico.
Una comunità in festa
L’evento finale è senza dubbio il Corteo storico che coinvolge tutti i rioni e tutta la comunità in una lunga e suggestiva sfilata in costume: nobili e popolani, frati e mercanti incedono tra le vie principali della città arrivando davanti alla chiesa di San Fortunato. Qui si dispongono sulle grandi scalinate per la cerimonia conclusiva, che vedrà in azione Musici, Tamburini e Sbandieratori.
Non mancheranno, per tutto l’arco della festa, le occasioni per assaggiare menù medievali e tradizionali: sulle tavole imbandite in piazza e nei locali del centro faranno bella mostra di sé umbricelli, palombe alla ghiotta, torte al testo e carni di cacciagione.
Tra gli eventi correlati vanno senz’altro citati «Tipico Todi», la mostra mercato dell’artigianato e dei prodotti locali, e i laboratori di arti medievali per bambini di tutte le età.
Insomma, la Disfida di San Fortunato è un tuffo nel passato in una splendida cornice, quella del centro storico di Todi: un evento formidabile che coinvolge tutta la comunità.
E san Fortunato?
Fu vescovo di Todi nel VI secolo, fu «vir vitae venerabilis» e, nelle parole di Papa Gregorio Magno, «rifulse di immensa virtù nel prestare assistenza ai malati». Non sembra aver molto a che fare con archi e frecce e tornei… Le sue spoglie sono conservate, insieme a quelle di altri santi, in un grande sarcofago nella cripta della bella chiesa a lui dedicata, dove si terranno celebrazioni e messe solenni a lui dedicate, con l’accensione finale della lampada votiva davanti alla tomba, alla presenza delle autorità religiose e civili.
Credit to: Sebastià Giralt