Al principio del XX secolo, a Sassuolo, il settecentesco teatrino ducale situato in piazza dell’Orologio (v. scheda Teatro Carani) fu distrutto. Di conseguenza, nel 1906, si formò una Società Cooperativa con l’intento di edificare un nuovo teatro. Apprezzando le richieste della cooperativa, la Giunta Comunale decise di concedere un’area già destinata al gioco delle bocce, in prossimità delle scuole pubbliche. Il progetto fu affidato all’ingegnere Gaetano Malatesta. Inizialmente, si pensò di realizzare un’arena all’aperto, in grado di ospitare spettacoli comici, equestri e di varietà, assai diffusi in quel periodo. Tuttavia, si preferì edificare un Politeama, una sala adatta a vari tipi di spettacolo, dalla lirica alla prosa, fino al varietà. Comunque , i lavori incontrarono notevoli difficoltà, economiche in particolare, per cui fu necessario l’intervento del Comune, che acquistò una buona quantità di azioni della cooperativa. L’inaugurazione ebbe luogo il 12 ottobre 1912 con Cavalleria Rusticana e I Pagliacci. Il teatro svolse la propria attività fino al 1935, quando fu definitivamente acquisito dal Comune e sottoposto a una prima trasformazione. Venne così adibito a Casa del Fascio, poi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, a sala da ballo. Nel 1964 il Banco di S. Geminiano e S. Prospero diventò proprietario del teatro e tentò di trasformarlo in un centro per attività direzionali, ma il progetto non fu mai attuato. Al giorno d’oggi, il teatro è in gravi condizioni di degrado e ha perso gran parte della propria identità originaria. Si pensa che, durante la ristrutturazione del 1935, sia stato compiuto un intervento sui palchetti della galleria ed eliminato il palcoscenico. All’esterno, comunque, è ancora riconoscibile la sua funzione originale, in quanto l’edificio non ha subito modifiche significative. La facciata è costituita da due corpi laterali aggettanti con una terrazza e un fastigio curvilineo al centro. Le porte e le finestre presentano cornici con motivi floreali stilizzati, mentre le grate in ferro battuto sono caratterizzate da un motivo "a frusta", in uno stile Liberty sobrio ed essenziale. Purtroppo, sembra proprio che le decorazioni interne di Umberto Chicchi, costituite da motivi floreali stilizzati, sono andate perdute.
Al momento il Politeama non è fruibile, ma sarà oggetto di intervento di valorizzazione nell'ambito del PNRR.