Salta il menu

Teatro Comunale Franco Tagliavini

Panoramica

Si è data per certa l’esistenza di una sala per le commedie presso la corte dei signori di Novellara sin dalla seconda metà del Cinquecento. Nel 1567, una lettera indirizzata al conte Alfonso I Gonzaga affermava che la ’scena’ era quasi ultimata e Lelio (Orsi) avrebbe potuto iniziare a dipingere. Il 28 gennaio 1568, nel periodo delle celebrazioni per il matrimonio del già citato Gonzaga, tale sala venne inaugurata con una rappresentazione ricca di intermezzi rari e inediti, frutto dell’inventiva di un certo messere Mutio Busi di Novellara, mentre i bellissimi apparati scenici erano opera dell'Orsi (Melloni 1988, p. 5). Tale antico teatro, probabilmente situato nella stessa area della Rocca che ancora oggi lo ospita, è poveramente documentato: una pianta schematica dell’intera Rocca del Seicento e una curiosa descrizione fatta dal Malagoli (trascritta da C. Melloni in Cronistoria di un teatro) sono le testimonianze finora esaminate. Si rilevano inoltre numerose allusioni a rappresentazioni di varie tipologie, legate sempre alla vita di corte, che vi si svolgevano. Tra queste è interessante la descrizione del soffitto della platea, creato da Lelio Orsi e i suoi allievi. "[...]Rappresentava questa un loggiato con quattro ringhiere e sopra ognuna un cuscino di damasco chermisi con fiocchi d’oro che pendevano al di fuori. Frammezzo questo sontuoso loggiato (fatto come arena) si vedeva in cielo Giove col libro del fato aperto nella mano sinistra e con la destra impugnava i fulmini. Da un lato l’Aquila osservava che cosa facesse Giove. All’interno dei muri nell’alto festone rasente la soffitta eranvi grossi meloni, rafani, cocomeri, barbabietole, una bianca e una nera, nonché uccelli di diverse specie tra i quali un Pelicano. Eravi pure dipinto un uomo, sembrava un ebreo con il cappello a triangolo schiacciato in testa, vestito in giubba nera, e con due occhiali grandi sul naso, appoggiato al cuscino della ringhiera, che prospettava il proscenio, in atteggiamento di osservar come impresario."
Nel 1786, la struttura cinquecentesca, che aveva mantenuto inalterato il suo assetto per più di due secoli, è stata arricchita di palchetti. Nella metà dell’Ottocento l’antico edificio non rispondeva più né alle esigenze sceniche né a quelle del pubblico. Ciò ha portato a concepire l’idea di costruire un teatro del tutto nuovo. In relazione a questo, tra i sostenitori dell’iniziativa e la Società dei palchettisti di Carpi (costituita nel 1848) si sono scambiate opinioni e consigli tramite uno fitto scambio di lettere, ancora conservate. La scelta del progettista è stata perspicace, poiché si è trattato di Antonio Tegani che aveva acquisito esperienza aiutando Cesare Costa nella fabbrica del Teatro Municipale di Reggio Emilia. L’antico teatro dei Gonzaga è stato demolito nel 1858, insieme alle stanze poste nel lato sud della Rocca, al fine di consentire l’accesso al palcoscenico del nuovo che deve sorgere sulla stessa area.

I lavori per l’edificazione del nuovo teatro iniziarono nel 1862. Tegani ripropone una sorta di copia, a dimensioni ridotte del Municipale reggiano nella realizzazione della sala con pianta a ferro di cavallo, dei tre ordini di palchi, di un loggione e nell’ampio ed elegante palco centrale, nella modellazione dell’arcoscenico sormontato da orologio e nell’ampio palcoscenico dotato di graticciata in legno. La decorazione interna viene affidata, invece, a Cesare Cervi, che per il soffitto della platea progetta una elaborata riquadratura a contorni mistilinei. Secondo il contratto stipulato con la committenza, oltre all’intero apparato di decorazioni nelle sale interne, lo stesso Cervi si impegna a fornire anche dodici scene e le macchine per imitare i lampi, la pioggia, tuoni e fulmini (cfr. Maccarini - Masselli 1988, p. 93-94). Il nuovo teatro viene inaugurato il 25 luglio 1868, per la fiera di S. Anna, con la messa in scena de I Lombardi alla prima Crociata di Giuseppe Verdi.
Guardando a tutta l’attività del teatro, si può dire che negli anni immediatamente successivi all’inaugurazione piuttosto intensa sia stata dedicata in prevalenza agli spettacoli di opere liriche
L’attività si interrompe per un certo periodo, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo. Riprende nel 1907 con una programmazione più variegata. Altre interruzioni sono state dovute agli eventi bellici e nel secondo dopoguerra il teatro cadde in disuso, restando chiuso per molti anni.
Nel 1984 è stata avviata da parte dell’Amministrazione Comunale l’opera di recupero dell’intera struttura su progetto dell’architetto C. Melloni di Novellara, riportandolo alla riapertura nel 1988.
Attualmente risultano recuperati l’ingresso, la biglietteria, il guardaroba e il ridotto, la platea, il primo ordine di palchi e il palcoscenico. Sono stati anche effettuati tutti quegli interventi relativi all’impiantistica e alla messa in sicurezza che ne consentono un utilizzo, seppure parziale. Restano da completare il restauro degli altri due ordini di palchi. Inoltre, l’installazione di un discutibile impianto termico preclude, allo stato attuale, l’utilizzo del loggione, oltre a disturbare l’originaria armonia della sala. Nell’ottica di un più razionale e rispettoso recupero generale, quest’ultimo aspetto dovrà pertanto essere rivisto.

Teatro Comunale Franco Tagliavini
Piazzale Guglielmo Marconi, 1, 42017 Novellara RE, Italia
Chiama +390522655407 Sito Web

Ti potrebbe interessare

Enogastronomia
Cappellacci

Emilia Romagna, esperienze da vivere nella terra dei sapori

Enogastronomia
Photo by: Marco Fortini

Emilia Romagna: viaggio alla scoperta del tortello

Sport
Cerreto Laghi, sciare tra natura e romantici corsi d’acqua

Cerreto Laghi, sciare tra natura e romantici corsi d’acqua

Enogastronomia
Emilia, tutta la bontà del Prosciutto di Parma

Emilia, tutta la bontà del Prosciutto di Parma

Sport
Neve, sport e divertimento in Emilia Romagna: cosa fare, dove sciare

Neve, sport e divertimento in Emilia Romagna: cosa fare, dove sciare

Arte e cultura
Presepe della Marineria, Cesenatico - Emilia-Romagna

Emilia-Romagna, dove ospitalità, divertimento e buona cucina vi sedurranno

Enogastronomia
Emilia-Romagna, dove la gastronomia è un impero dei sensi

Emilia-Romagna, dove la gastronomia è un impero dei sensi

Enogastronomia
Parmigiano

Parmigiano Reggiano: l’eccellenza

Relax e benessere
Fughe di coppia nella Wellness Valley dell’Emilia Romagna

Fughe di coppia nella Wellness Valley dell’Emilia Romagna

Cicloturismo
Ravenna

Emilia Romagna, pedalando tra arte e cultura

Natura
Cimone

6 tappe tra i segreti della natura bolognese

Relax e benessere
Emilia Romagna, il patrimonio delle terme storiche

Emilia Romagna, il patrimonio delle terme storiche

Divertimento
motor valley

Adrenalina pura tra storia e passione nella Motor Valley

Città d'arte
Modena: città d'arte, terra di motori e del gusto

Modena: città d'arte, terra di motori e del gusto

Enogastronomia
Botti Aceto Balsamico

Aceto balsamico di Modena

Musei e monumenti
Una sala del Museo Ferrari - Maranello, Emilia Romagna. Photo by: ENIT - Agenzia Nazionale del Turismo, licenza CC BY-NC-SA <https://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/4.0/deed.it>

Musei Ferrari: da Modena a Maranello, in viaggio con le “rosse”

Relax e benessere
In Emilia Romagna il benessere termale ha i sapori del territorio

In Emilia Romagna il benessere termale ha i sapori del territorio

Relax e benessere
Castrocaro Terme, antica oasi di benessere e natura, tra Medioevo e Rinascimento

Castrocaro Terme, antica oasi di benessere e natura, tra Medioevo e Rinascimento

Enogastronomia
La piadina, regina della Romagna

La piadina, regina della Romagna

Enogastronomia
Parma

Musei del cibo di Parma

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.