Panoramica
Situata a circa 3,6 km a sud-est di Ercolano, la grande e scenografica villa marittima di contrada Sora si affacciava sul mare per un fronte di 150 metri di lunghezza. Considerata parte di un sistema di ville d’otium descritto anche dallo storico Strabone, era abitata da membri del ceto dirigente romano più ricco.
La costruzione risale alla metà del I secolo a.C., sebbene le strutture e le decorazioni parietali che possiamo ancora ammirare oggi derivino da rifacimenti che risalgono alla prima età imperiale. Infatti, durante l’eruzione del 79 d.C. la villa era sottoposta a interventi di restauro, come dimostra un noto graffito che ricorda sia le spese sostenute sia i cumuli di calce presenti in alcuni ambienti e i pavimenti incompleti a lastre di marmo di importazione.
Le prime scoperte nell’area risalgono all’inizio del XVII secolo, quando furono rinvenute due lastre in bronzo con i decreti dei consoli Cn. Hosidius Geta e L. Vagellius e un rilievo in marmo con Orfeo, Hermes e Euridice, ora conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Fu Francesco IV, tra il 1797 e il 1798, a iniziare uno scavo sistematico nella villa, portando alla luce il nucleo principale che si dipanava intorno a un grande salone absidato. In seguito, l’area è stata abbandonata fino al 1989, quando l’allora Soprintendenza Archeologica di Pompei ha ripreso i lavori, esplorando aree mai esaminate durante l’epoca borbonica, tra cui alcuni corridoi di servizio, ambienti di ricevimento e stanze da letto finemente decorate.
Tra le decorazioni più pregevoli vi sono gli affreschi staccati di una stanza da letto, caratterizzati da grandi riquadri in blu egizio contornati da cornici rosse con motivi vegetali dorati, mentre nella parte superiore si estendono architetture fantastiche stilizzate, su sfondo blu, che arrivano fino al soffitto.
