Presso il Castello Ducale di Sessa Aurunca (CE) è presente una sala espositiva, gestita direttamente dalla Soprintendenza Archeologia della Campania. In questo luogo, vi è raccolta una selezione di resti provenienti dagli scavi archeologici effettuati dal 1999 al 2003 nell’area del Teatro Romano della città.
Si tratta principalmente di materiali in marmo di eccellente qualità. Nell’ambiente principale della sala, si nota subito l’imponente statua in due colori di Matidia Minore, cognata dell’imperatore Adriano, mecenate della città e colei che volle la ricostruzione del teatro d’età augustea. Questa scultura è formata da due marmi diversi: grigio per la veste e bianco per le parti nude del corpo. Matidia è rappresentata con un panneggio svolazzante. Si tratta di un vero e proprio capolavoro dell’arte romana, opera di officine orientali impegnate per la casa imperiale, nonché del primo ritratto noto di Matidia Minore.
Inoltre, nella sala espositiva sono presenti anche: le statue con la corazza di Adriano e di un altro imperatore, con la testa mozzata, identificato come Antonino Pio, il busto di Sabina Augusta, moglie di Adriano, il ritratto di Salonia Matidia, madre di Matidia Minore, due busti femminili pregiati, sempre senza testa, appartenenti a due membri sconosciuti della casa imperiale.
Sulle pareti laterali sono invece esposte la testa colossale di Livia Augusta, proveniente dalla tomba imperiale posto sulla cima delle gradinate teatrali, la statua che raffigura il Dio Nilo distesto e con attorno degli angeli, alcuni capitelli corinzi e ionici, la parte inferiore di una Venere Marina, un satiro disteso, provenienti tutti dal teatro e la statua di un fauno, direttamente dalla basilica a nord del teatro.
Infine, sulla parete opposta a quella dove si trova l’opera in marmo di Matidia, è visibile un’iscrizione monumentale che testimonia i restauri compiuti nel teatro nel II secolo d.C circa., alcuni elementi architettonici tratti dalle decorazioni in marmo e il ritratto colossale di Drusilla Panthea, sorella divinizzata di Caligola.
All’interno della sala sono inoltre appesi alcuni pannelli con parti delle decorazioni pittoriche rinvenute durante gli scavi, nonché uno splendido mosaico a tessere bianche e nere, rinvenuto nel 2003, d’età augustea.
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