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Museo Novecento Napoletano

Panoramica

Attorno al 1275, Castel Sant’Elmo è stato descritto per la prima volta come una fortezza angioina, chiamata Belforte. Nel 1329 Roberto d’Angiò ha ordinato di ampliarla e Tino di Camaino, occupato nella costruzione della vicina Certosa di San Martino, ha assunto l’incarico. La sua configurazione a sei punte, tuttavia, è stata portata avanti durante il viceregno spagnolo tra il 1537 e il 1547, ad opera dell’architetto militare spagnolo Pedro Luis Escrivà e su richiesta di Don Pedro de Toledo. Questi fu il primo castellano di Sant’Elmo e, dopo la sua morte nel 1558, su seppellito nella sagrestia della chiesa che ospita ancora il suo monumento funerario.
Nel corso dei secoli successivi, il castello è stato usato come carcere in cui furono imprigionati Tommaso Campanella, accusato di eresia, e i rivoluzionari napoletani del 1799 Gennaro Serra, Mario Pagano e Luigia Sanfelice. Dopo essere stato un presidio borbonico, è diventato un carcere militare fino al 1952, quando è passato al Demanio militare fino al 1976, anno in cui è iniziato un grande restauro da parte del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Campania.
In seguito, nel 1982, il complesso monumentale è stato affidato alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Napoli. Da allora, il castello ospita gli uffici della Direzione del Polo museale della Campania e del Museo del Novecento a Napoli ed è stato sede di numerose manifestazioni espositive di arte antica e contemporanea, così come di eventi musicali, cinematografici e teatrali. Dal punto di vista paesaggistico, gli spalti offrono una vista spettacolare sull’intero territorio circostante, dalle isole al Vesuvio, ai Campi Flegrei e ai monti del Matese.
Nel 2010, è stato inaugurato il Museo ’Novecento a Napoli. Per un museo in progress’, con l’obiettivo di fornire una visione completa della cultura cittadina attenta al rinnovamento e all’intenso susseguirsi di movimenti e poetiche. La collezione è costituita da opere di proprietà pubblica, donazioni degli artisti o degli eredi e prestiti a lungo termine da parte di collezionisti. All’interno del museo sono esposte oltre 170 opere realizzate da 90 artisti napoletani, con l’aggiunta di alcuni maestri non napoletani che furono attivi in città.
L’esposizione si articola attraverso un ordine cronologico suddiviso per sezioni: dalla documentazione della Secessione dei ventitré (1909) o del primo Futurismo a Napoli (1910-1914) al movimento dei Circumvisionisti e del secondo Futurismo (anni Venti-Trenta); dalle varie documentazioni legate alle produzioni tra le due guerre alle esperienze artistiche del secondo dopoguerra (1948-1958), dal Gruppo ‘Sud’ al cosiddetto Neorealismo, dal gruppo del M.A.C. all’Informale o al Gruppo ’58. Seguono le aree riservate agli anni Settanta, fino all’ultima sezione, dove è documentata l’attività di quanti, pur continuando a operare dopo l’80 sperimentando nuovi linguaggi, si erano già affermati in città in quel periodo storico.
Dal 2011, è stato istituito un concorso internazionale per giovani artisti “Un’opera per il Castello”, che sceglie il progetto artistico più meritevole da finanziare. Finora, le installazioni create da Eugenio Giliberti, Giancarlo Neri, Mimmo Paladino, Sergio Fermariello, Alberto Di Fabio, Daniela Di Maro, Rosy Rox, Gian Maria Tosatti, Le Jardin, Claudio Beorchia e Paolo Puddu, hanno reso Castel Sant’Elmo un centro di ricerca e sperimentazione.

Orari

Lunedì
09:30 am-05:00 pm
Martedì
Chiuso
Mercoledì - Domenica
09:30 am-05:00 pm
Museo Novecento Napoletano
Largo S. Martino, 16, 80129 Napoli NA, Italia
Sito Web

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