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Sport
Tutti gli sport in cammino nella Valle d’Aosta

Fare sport sulla Via Francigena in Val d’Aosta

Tipologia
Percorso a piedi
Durata
5 giorni
Numero Tappe
5
Difficoltà
Media

La Via Francigena che attraversa la Valle d’Aosta, ancora oggi, unisce storia, natura e sport in un connubio straordinario. L'antico cammino dei pellegrini, che dal nord Europa conduceva a Roma, percorre la regione da nord a sud, entrando dal Colle del Gran San Bernardo e scendendo fino a Pont-Saint-Martin, attraversando borghi, castelli e scenari montani mozzafiato.

Ma, oggi la Via Francigena non è solo un’esperienza spirituale o culturale: è anche un autentico paradiso per gli amanti dello sport all’aria aperta. Il tratto valdostano offre infatti numerose possibilità per chi desidera vivere il cammino in modo attivo, sfruttando le peculiarità del territorio.

La Via Francigena valdostana è dunque molto più di un sentiero: è un’esperienza sportiva completa, capace di coniugare movimento e contemplazione, fatica e bellezza. Un cammino in cui ogni sport diventa una chiave per entrare in sintonia con un territorio che sa accogliere, stupire e rigenerare.

Primo giorno – dal Passo del Gran San Bernardo a  Echevennoz

Primo giorno – dal Passo del Gran San Bernardo a  Echevennoz

La prima tappa valdostana della Via Francigena è una sfida affascinante per chi ama lo sport all’aria aperta, il trekking di alta quota e i paesaggi alpini. Si parte dal leggendario Colle del Gran San Bernardo, storico valico alpino a 2.473 metri già attraversato in epoca romana e protagonista di celebri tappe del Giro d’Italia e del Tour de France. Oggi, è un punto di riferimento anche per escursionisti, ciclisti e appassionati di sport invernali come lo scialpinismo e le ciaspolate.

Dopo l’immancabile visita al museo dell’Ospizio e al celebre canile dei San Bernardo – simbolo di queste montagne – inizia il cammino vero e proprio. Il tratto che conduce fino a Echevennoz è lungo 14,93 km ed è tra i più impegnativi del percorso francigeno: una discesa su mulattiera, segnata dal sentiero 103, che regala scorci spettacolari e attraversa ambienti d’alta quota incontaminati.

Il tracciato è praticabile anche in MTB o gravel, ma richiede tecnica e resistenza, soprattutto nella parte iniziale, dove si supera una galleria paravalanghe e si evita il traforo stradale grazie a una variante più panoramica. Per i ciclisti su strada, il consiglio è di affrontare l’ascesa al colle nei weekend, quando il traffico pesante si riduce e la salita si trasforma in una vera esperienza sportiva e paesaggistica.

Lungo la discesa si attraversano alcuni tra i borghi più suggestivi della Valle d’Aosta: Saint-Rhémy-en-Bosses, Saint-Léonard, Saint-Oyen ed Etroubles, che offrono fontane d’acqua fresca e punti ristoro ideali per una pausa rigenerante.

Chi ha ancora energie può proseguire fino a Gignod o persino fino ad Aosta, ma Echevennoz resta il punto d’arrivo consigliato per questa prima tappa, grazie anche alla presenza di un accogliente ostello per il pernottamento. Un percorso che unisce sport, natura e cultura, immersi nella bellezza austera e autentica delle Alpi valdostane.

Secondo giorno – da Echevennoz ad Aosta

Secondo giorno – da Echevennoz ad Aosta

La seconda giornata lungo la Via Francigena valdostana, da Echevennoz ad Aosta (13,87 km), è un’autentica immersione nel paesaggio e nella storia del territorio, perfetta per escursionisti, trail runner e appassionati di hiking. Un percorso vario e stimolante, che alterna momenti di puro relax a passaggi tecnici in discesa, offrendo una palestra naturale per il corpo e uno spettacolo continuo per gli occhi.

Il tratto iniziale è uno dei più suggestivi dell’intero cammino: si passa accanto ai rus, gli antichi canali irrigui scavati a mano, capolavori dell’ingegneria contadina valdostana. Correndo o camminando lungo questi canali, tra boschi ombrosi e prati aperti, si ha la sensazione di muoversi in armonia con la natura e con una storia agricola millenaria. L’acqua scorre lenta, il sentiero è morbido e pianeggiante: condizioni ideali per chi pratica corsa in natura o semplicemente desidera un'escursione rigenerante.

Ma il percorso non è privo di sfide: alcuni tratti in discesa si fanno ripidi e tecnici, mettendo alla prova equilibrio, ginocchia e caviglie. È qui che il tracciato diventa terreno ideale anche per chi ama il trail running o vuole testarsi su segmenti più impegnativi, immersi in un contesto naturalistico di grande bellezza.

Nella seconda parte della tappa, lo scenario cambia: i boschi lasciano spazio ai frutteti, ai meleti ordinati e ai primi segni della città. Aosta si annuncia con i suoi colori e con il profilo discreto ma inconfondibile dei monumenti romani, che si rivelano una volta giunti nel centro.

Lungo il cammino, i punti di ristoro a Gignod e Variney offrono la possibilità di ricaricare le energie, mentre le numerose fontane disseminate lungo il percorso garantiscono acqua fresca per sportivi e camminatori. In inverno, parte del tracciato è percorribile anche con le ciaspole, rendendo questa tappa un’esperienza outdoor accessibile tutto l’anno.

Terzo giorno – da Aosta a Chatillon

Terzo giorno – da Aosta a Chatillon

La tappa da Aosta a Châtillon, con i suoi 27,67 km di media difficoltà, è una delle più variegate e sportive della Via Francigena in Valle d’Aosta. Nonostante la direzione “in discesa” lungo la valle possa suggerire un percorso agevole, il cammino si snoda in realtà su un tracciato ondulato, con continui saliscendi sul versante sinistro della Dora Baltea, pensati per evitare le strade trafficate del fondovalle e immergersi completamente nella natura.

Perfetta per escursionisti esperti, trail runner e camminatori allenati, questa tappa alterna tratti più dolci ad altri impegnativi, con dislivelli che mettono alla prova resistenza e tecnica. I panorami, però, ripagano ampiamente la fatica: vigneti curati, borghi silenziosi e castelli che sembrano sospesi nel tempo accompagnano il cammino. Si passa accanto ai manieri di Quart e Nus, mentre quelli di Cly e Fénis dominano il paesaggio da lontano, come sentinelle alpine.

Anche in inverno, la zona offre possibilità sportive interessanti: ciaspolate, sci alpinismo e ice skating trasformano il territorio in un parco giochi per gli amanti degli sport sulla neve. E per i più avventurosi, non mancano arrampicata su ghiaccio, heli-skiing e snowkiting nei dintorni, rendendo la regione una meta outdoor a tutto tondo, in ogni stagione.

Durante la tappa, i centri abitati di Nus e Chambave offrono comodi punti di ristoro per una pausa rigenerante, mentre le numerose fontane distribuite lungo il tracciato garantiscono idratazione continua, fondamentale per chi affronta il percorso con spirito sportivo.

Una giornata di cammino (o corsa) che unisce bellezza paesaggistica, patrimonio culturale e sfida fisica: il perfetto equilibrio tra movimento e meraviglia, nel cuore della Valle d’Aosta.

Quarto giorno – da Chatillon a Verrès

Quarto giorno – da Chatillon a Verrès

La quarta tappa di questa cinque giorni lungo la Via Francigena in Valle d’Aosta, da Châtillon a Verrès (27,67 km), è un concentrato di sport, storia e natura. Ideale per escursionisti allenati, trail runner o ciclisti in cerca di emozioni e panorami, il percorso mette subito le gambe alla prova con una salita iniziale decisa: uno sforzo che vale ogni passo, grazie alla vista che si apre sempre più ampia man mano che si guadagna quota.

Una volta superato il primo dislivello, si entra in un tratto più dolce, dove il sentiero affianca ancora una volta un rus. Questo segmento, perfetto anche per il trekking o la corsa in natura, accompagna il cammino fino a Saint-Vincent, località nota anche per le attività outdoor, come il parapendio, che regala spettacolari vedute dall’alto sulla valle.

Il percorso prosegue sul fianco sinistro della Dora Baltea, verso l’elegante castello di Saint-Germain, incastonato tra vigneti e boschi. A seguire, una discesa tecnica e storica sull’antica strada delle Gallie, ancora ben conservata, diventa un tratto ideale per testare passo e attenzione, con il fascino di camminare su pietre cariche di secoli.

La parte finale alterna saliscendi panoramici, con vista sulle Alpi e sulla valle, fino a condurre al gioiello di Issogne, dove una sosta al celebre castello rinascimentale è d’obbligo per chi vuole abbinare allo sport una dose di cultura.

I centri di Saint-Vincent e Montjovet offrono punti di ristoro, mentre le numerose fontane lungo il cammino assicurano rifornimento d’acqua costante. In inverno, i versanti attorno a Châtillon e Saint-Vincent si prestano anche allo scialpinismo, per chi vuole esplorare il territorio in chiave invernale.

Quinto giorno – da Verrès a Pont-Saint-Martin

Quinto giorno – da Verrès a Pont-Saint-Martin

Il quinto giorno di cammino lungo la Via Francigena valdostana si chiude con una tappa intensa e ricca, da Verrès a Pont-Saint-Martin, per un totale di 14,81 km. Un tratto che, pur senza grandi difficoltà tecniche, offre un’esperienza profonda, perfetta per chi cerca il connubio tra attività outdoor e patrimonio culturale.

Dopo una partenza sportiva — ottima per escursionisti e trekker, ma anche per chi pratica corsa in natura — si arriva ad Arnad, dove vale la pena fermarsi per visitare la Parrocchiale di San Martino, una delle più importanti testimonianze religiose della Via Francigena in Valle d’Aosta. Una pausa contemplativa, prima di tornare a muoversi tra sentieri, borghi e ponti antichi.

Il percorso attraversa infatti due splendidi ponti in pietra, a Echallod e Bard, che regalano scorci pittoreschi e conducono al borgo dominato dal Forte di Bard: meta ideale per una sosta e per chi ama unire cammino e cultura. L’area è anche un paradiso per gli sportivi: il territorio offre possibilità di arrampicata, rafting e perfino voli in parapendio per ammirare la valle da un punto di vista unico.

Ma l’emozione più forte arriva con l’ingresso a Donnas, dove ci si ritrova a camminare sulla storia: un tratto perfettamente conservato della strada romana delle Gallie, con la carreggiata scavata nella roccia, conduce al suggestivo finale della tappa.

L’arrivo a Pont-Saint-Martin, con il suo imponente ponte romano, segna la fine del cammino valdostano: un momento simbolico e scenografico, che suggella un itinerario fatto di movimento, bellezza e connessione profonda con il territorio.

Numerosi i punti di ristoro a Hône, Bard e Donnas, e tante fontane lungo il percorso per rinfrescarsi. Una tappa breve ma densa, che chiude in grande stile questa avventura sportiva tra le montagne della Valle d’Aosta.

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