Costituendo uno dei principali luoghi di conservazione museale della Sardegna centrosettentrionale, per la grandezza e la rilevanza delle sue raccolte, il Regio Museo di antichità ed arte G.A. Sanna è stato istituito nel 1878 come Regio Museo Antiquario. Nel 1931 ha trovato un’opportuna sede espositiva in una struttura costruita appositamente. La donazione delle raccolte archeologiche e storico-artistiche di un senatore e imprenditore sassarese è stata accompagnata da quelle private (Chessa, Dessì, Clemente ecc.) e dai materiali provenienti dagli scavi della locale Soprintendenza. La necessità di più spazi ha portato alla costruzione di nuovi padiglioni e nel 1973 il museo è stato riaperto con un nuovo assetto. Negli ultimi anni l’offerta culturale si è ampliata notevolmente: nel 2000 sono state inuagurate le sezioni medievale e moderna, e nel 2011, dopo oltre vent’anni di chiusura, dovuta a problemi di deterioramento dei materiali, è stata riaperta la sezione etnografica. Attualmente il museo si articola in due sezioni, archeologica ed etnografica. La sezione archeologica documenta la storia dei territori delle province di Sassari, Nuoro, Gallura ed Ogliastra dal Paleolitico Inferiore (500.000 anni a.C.) al XVIII secolo. Esplora le fasi della preistoria, dell’età nuragica, fenicio-punica, romana, medievale e moderna, integrando una disposizione cronologica con quella topografica, che approfondisce i siti e i contesti di maggiore rilievo (il santuario di Monte d’Accoddi, le tombe ipogeiche prenuragiche, la città di Turris Libisonis). Per facilitare l’apprendimento è stata aggiunta una vasta gamma di strumenti didattici, tra cui plastici, calchi di monumenti ed un ologramma riguardante le fasi architettoniche del santuario di Monte d’Accoddi. La sezione etnografica include una collezione di oggetti demoetnografici sardi, la più vecchia dell’isola, composta da tessuti, gioielli, cesti, abiti e mobili tradizionali del XIX e XX secolo, in gran parte appartenenti alla collezione Clemente. In attesa di ampliare gli spazi espositivi disponibili, è stata allestita per ora una sola sala, dedicata agli abiti tradizionali sardi (seconda metà dell’Ottocento -prima metà del Novecento), ordinati per aree geografiche.