Ivrea
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Ivrea (m 253, ab. 24 000 circa), l’antica città romana di Eporedia, la “capitale” del Canavese, bagnata dalla Dora Baltea, il cui lungo-fiume invita una piacevole passeggiata, offre al visitatore un intrigante mix fra antico e moderno. Ivrea è nota nel mondo per un nome, Olivetti, sinonimo di polo industriale, tecnologico e socio-culturale di primaria grandezza per tutto il Novecento: un tesoro che le è valso la nomina nel Patrimonio dell’Umanità Unesco come Città Industriale del XX Secolo.
Raccolta ed elegante, Ivrea è una cittadina piacevole e animata, piena di locali, negozi, spazi culturali da vivere tutto l’anno. E anche se il meglio di sé lo dà durante il Carnevale, quando le strade si riempiono di migliaia di personaggi in costume pronti a sfidarsi in una battaglia a colpi di arance, non è questo l’unico momento buono per visitarla. Affacciata sulla Dora Baltea, che scorre qui impetuosa tanto da essere apprezzata palestra e campo di gara per i canoisti, la città è caratterizzata da ovest a est da un lungo asse pedonale che ne attraversa il centro, le vie Arduino e Palestro, direttrici che ricalcano il tracciato della medievale via Francigena di cui permangono tracce ben visibili nel sedime attuale della città.
Origini e storia della città
Fondata dai Salassi intorno al V secolo a.C., Ivrea diventa un’importante colonia romana a partire dal 100 a.C. con il nome di Eporedia. Capitale del Ducato di Ivrea sotto i Longobardi (VI-VII secolo) è poi rilevante contea del Regno dei Franchi. Nel 989 diviene proprietà di Arduino, marchese di Ivrea fino alla sua morte e futuro primo re del Regnum Italicum dal 1002 al 1014, il quale rappresenta uno degli ultimi tentativi di mantenere l’indipendenza dal Sacro Romano Impero, lasciando un segno duraturo nella storia del Piemonte e dell’Italia. Nel 1170 Ivrea è libero comune, e tale resta fino alla metà del Trecento, quando passa ai Savoia, che la difenderanno con alterne fortune contro gli spagnoli e i francesi. A partire dai primi del Novecento la città diventa un florido polo industriale grazie alla nascita della Olivetti, che determinerà i destini dell’area per quasi un secolo e che ancora oggi rappresenta un’eredità sociale e culturale dalla quale la città è fortemente influenzata.
Il centro ha un forte carattere medievale che è rappresentato dalle vie strette e dai vicoli in cui si respira un forte attaccamento alla storia e alle tradizioni locali.
Passeggiare per Ivrea permette di visitare l’antico centro storico disposto intorno alla piazza Ferruccio Nazionale, nota anticamente come piazza Palazzo di Città. È la piazza più importante della città, tappa obbligata lungo il tradizionale passeggio tra via Palestro e via Arduino. Coronata da bassi edifici signorili, vede fronteggiarsi il Palazzo di Città (1758), sede del Comune, e la bella Chiesa di Sant’Ulderico, con l’antico campanile romanico integrato nella facciata.
Viaggio tra monumenti e luoghi iconici
Il Duomo o Cattedrale di Santa Maria Assunta, realizzato sulle fondamenta di un tempio romano del I secolo a.C. dedicato ad Apollo, è ubicato nella parte alta della città. Edificato a partire dall’anno Mille in stile romanico, è uno degli edifici sacri più interessanti del Canavese. Il palazzo del Vescovado, poco distante, ha origini che risalgono al X secolo.
Poco lontano dal Duomo c’è il Castello Sabaudo, denominato “delle rosse torri” dal Carducci nella sua “Ode al Piemonte”, questo castello trapezoidale domina con i massicci torrioni angolari, merlati e realizzati in rossi mattoni, il panorama eporediese.
Il polmone verde di Ivrea sono gli ombrosi Giardini pubblici Giusiana che si sviluppano a sud-est del centro. Oltre ad essere il luogo ideale per i bambini, merita una visita la robusta Torre di Santo Stefano che svetta oltre le cime degli alberi. L’Ex Hotel La Serra, futuristico edificio progettato sul finire degli anni Sessanta, è una delle costruzioni più rappresentative dell’utopia urbanistica olivettiana: ha la forma di una grande macchina per scrivere e ospitava 55 micro-abitazioni, una piscina, due gallerie commerciali e un centro congressi.
Piazza Ottinetti è dominata dal bell’edificio bianco e porticato che ospita il Museo Civico “Pier Alessandro Garda”: l’edificio fu costruito all’inizio del Trecento e all’origine destinato a monastero intitolato a Santa Chiara; al tempo di Napoleone fu destinato a caserma di cavalleria. Il museo raccoglie tre collezioni che ripercorrono la storia della città. Poco distante dalla piazza sorge il teatro civico intitolato a Giuseppe Giacosa.
L’Anfiteatro Romano, costruito nel I secolo d.C., di forma ellittica e con un asse maggiore di 65 m, poteva ospitare oltre diecimila spettatori, che assistevano alle lotte tra fiere e gladiatori. Oggi si può intuire la maestosità di questa costruzione di cui restano solo alcune parti.
Il Santuario di Monte Stella vale una visita poiché, per raggiungerlo, lungo le strette curve che si arrampicano sull’altura sono sparse 14 edicole della Via Crucis con affreschi ottocenteschi. Dopo questa incursione nell’anima storica di Ivrea si può attraversare il fiume sul suggestivo ponte in pietra e recarsi, nel rione Borghetto, alla Chiesa di San Gaudenzio, edificata tra il 1716 e il 1724, che gli appassionati di stucchi, evanescenze di colore e linee curve del barocco troveranno interessante.
Olivetti, il marchio simbolo della macchina da scrivere
Ivrea, si sa, è stata per tutto il Novecento la città italiana pioniera della macchina da scrivere e dell’elettronica con il primo computer prodotto al mondo, ma anche della cultura e del design – si pensi alla celeberrima macchina da scrivere Lettera 22 –, oltre che un centro di innovazione sociale: oggi Ivrea fa parte del Patrimonio Mondiale Unesco come “Città Industriale del XX Secolo”.
La storia della Olivetti, storico marchio del design e dell’industria italiana nato ad Ivrea ad inizio secolo scorso, e la memoria del progetto imprenditoriale di Camillo e Adriano e del passato produttivo della città è ben visibile lungo l’asse di via Jervis. La fabbrica di mattoni rossi, la sede storica dello stabilimento Olivetti Officine ICO dove si producevano le famose macchine da scrivere, i palazzi degli uffici, l’unità residenziale per i dipendenti a semicerchio detta Talponia – scavata sottoterra e ben mimetizzata, tra alberi e prati, con l’ambiente intorno –, l’asilo nido per i figli dei dipendenti – per i quali furono disegnati persino i giochi di legno e le singolari carrozzine per i piccoli ospiti –, la mensa della fabbrica – nell’ex Convento di Ivrea che era stato abitazione della famiglia Olivetti – con grandi vetrate che consentivano agli operai di guardare il paesaggio mentre mangiavano: sono alcune delle realtà raccolte nel MAAM – Museo a cielo Aperto dell’Architettura Moderna*.
Per avere una visione d’insieme della storia e della filosofia imprenditoriale degli Olivetti non c’è luogo migliore dell’istruttivo Laboratorio-Museo Tecnologic@mente, un mix di design industriale e tecnologia sede di laboratori didattici. Mostre temporanee e permanenti caratterizzano poi il prezioso Archivio Storico Olivetti.