Alla scoperta dei luoghi della fede nei borghi più belli d'Italia
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Apparizioni miracolose, visioni e suggestioni sono all’origine dei luoghi di culto in cui i maestri del passato hanno lasciato straordinarie opere d’arte. Un percorso mistico tra fiumi, boschi, rocce, nei territori della bellezza che incrocia la fede.
San Benedetto Po (Mantova) – L’abbazia di Matilde
Siamo sul Po, nei territori di Matilde di Canossa, uno dei personaggi più importanti del Medioevo. Dove ora sorge la piazza di San Benedetto Po, il nonno della “grancontessa”, Tedaldo, fondò nel 1007 il monastero di Polirone, in onore di un monaco benedettino morto in riva al fiume in odore di santità. Il monastero fu rinnovato in epoca rinascimentale. I monaci commissionarono i lavori ai più grandi artisti del momento, Correggio e Giulio Romano, che disegnò la basilica. I contadini, obbligati a contribuire alle spese, erano infuriati. Quello che per loro era uno spreco si è tradotto nella bellezza della chiesa abbaziale e dei chiostri. Ma la peste del 1630 e la crisi economica costrinsero i monaci a vendere al Vaticano il corpo di Matilde di Canossa, che riposava nell’abbazia dal 1115. Ora si trova in San Pietro.
Montaione (Firenze) – La Gerusalemme in terra toscana
Da Montaione si raggiungono in breve i boschi verso Volterra. Qui si nasconde una straordinaria cittadella popolata da figure di terracotta dipinta: la “Gerusalemme” di San Vivaldo. Fu ideata agli inizi del Cinquecento da un frate francescano, il cui progetto era di riprodurre i luoghi della Terra Santa in Occidente a scopo di pellegrinaggio sostitutivo. Così i fedeli, invece di avventurarsi in un rischioso viaggio in Oriente, potevano intraprendere il pellegrinaggio in un posto sicuro. I gruppi scultorei sono posti all’interno di cappelle disseminate nel bosco che riproducono in scala ridotta la città di Gerusalemme. Alcune scene di questo teatro sacro di grande forza espressiva furono realizzate nelle botteghe di grandi artisti, come Giovanni della Robbia e Benedetto Buglioni.
Greccio (Rieti) – Dov’è nato il presepe
Era contento, Francesco, in quel freddo dicembre del 1223. Tornava da Roma nell’amata valle di Rieti con il permesso del Papa di rappresentare la Natività. Si fermò dall’amico messer Giovanni, al quale disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato e come fu adagiato in una greppia tra il bue e l’asinello». Sono le parole riferite da un testimone diretto, Tommaso da Celano. È così che è nato il presepe e che Greccio è diventata la nuova Betlemme. Il convento francescano è incorniciato da un bosco di lecci e da un ammasso di rocce, a strapiombo sul vuoto. Sotto l’altare c’è la roccia nella quale fu posta la mangiatoia con la statua del Bambino. E un affresco sulla parete ci riporta alla notte del 24 dicembre 1223.
Monte Sant’Angelo (Foggia) – Le apparizioni dell’Arcangelo Michele
Un borgo stupendo su uno sperone roccioso del promontorio garganico. Nella roccia calcarea si aprono delle cavità naturali. In una di queste, secondo la leggenda, l’Arcangelo Michele avrebbe stabilito la sua sede terrena, manifestandosi agli umani tre volte alla fine del V secolo. Da questi eventi prodigiosi si diffuse in tutto l’Occidente il culto dell’Angelo Michele. Già nella seconda metà del X secolo il santuario fondato sulla Grotta delle Apparizioni era meta obbligata dei Crociati diretti in Terra Santa. Ancora oggi il luogo è da brivido: l’accesso alla grotta, racchiusa sotto la grande navata di epoca angioina, avviene nella semioscurità. La visita al santuario di San Michele e a tutti i suoi tesori è un’esperienza emozionante per tutti.