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Divertimento
Scoprendo le magnifiche “quinte” ereditate da Greci e Romani

Arene e teatri antichi d’Italia, lo spettacolo nello spettacolo

Dall’Arena di Verona al Teatro Greco di Taormina, le gradinate più famose del mondo.

6 minuti

L’Italia ha un pregio, inimitabile e riconosciuto in tutto il mondo: quello di offrire alle performance dell’arte, della musica e dello spettacolo quinte magnifiche, che ereditiamo dal passato. Sono arene perfettamente conservate in alcune delle più suggestive città del mondo, anfiteatri ellenici affacciati sul mare o immersi nei monti, gioielli architettonici che rappresentano uno spettacolo nello spettacolo. 

Da Nord a Sud della penisola, ospitano festival musicali o rappresentazioni teatrali, tutti a cielo aperto.

L’Arena di Verona, “il più grande teatro” all’aperto del mondo

L’Arena di Verona, “il più grande teatro” all’aperto del mondo

La pioggia continua a battere, incessante: da due ore accompagna le note degli “Intoccabili”, di “C’era una volta in America, di Sacco e Vanzetti, di “Mission” fino all’aria inconfondibile di “Nuovo Cinema Paradiso”. Un nodo alla gola mentre la bacchetta si alza, prima della standing ovation. Ennio Morricone si gira verso il suo pubblico, a cui ha dato le spalle per più di due ore, nell’ultimo memorabile concerto nell’Arena di Verona. Era il 20 maggio del 2019 e il maestro non disse nemmeno una parola, nemmeno un “grazie”. Solo la musica riempiva lo spazio in uno dei teatri che il maestro più amava, sentiva il pubblico vicino, ne era scosso, lui che era una maschera impassibile.

L’Arena di Verona è un anfiteatro magnifico, il terzo d’Italia per grandezza, è uno dei monumenti-simbolo della città. È, non solamente in Italia, sinonimo di opera lirica e concerti pop memorabili, che per fortuna hanno preso il posto delle battaglie dei gladiatori nell’impero romano. Oggi è anche uno dei teatri lirici all’aperto più grandi del mondo, che ha accolto i più grandi interpreti della lirica del ‘900, su tutti una giovanissima ed esordiente Maria Callas, nella “Gioconda” di Amilcare Ponchielli.

Eretta appena fuori le mura cittadine intorno alla metà del I secolo d.C., l’Arena di Verona ha quattro arcate a tre ordini in blocchi di calcare bianco e rosa della Valpolicella. La cavea ellittica è alta 30 metri, conta 44 file di gradini, in gran parte ricostruiti nel corso del tempo, ed è in grado di ospitare 30.000 spettatori. È forse il simbolo più riconoscibile nel mondo dell’estate italiana accesa dai concerti sinfonici a quelli delle rock star, dall’opera al balletto.

GrandeBrixia, l’estate a teatro nell’area archeologica di Brescia

GrandeBrixia, l’estate a teatro nell’area archeologica di Brescia

Che a Brescia e nelle valli che ne segnano il territorio alpino si può leggere molto della storia del mondo non molti ne sono consapevoli. Le incisioni rupestri della Valle Camonica, realizzate tra il Paleolitico e l’era romana, raccontano un popolo vissuto alle origini del continente europeo. Pochi chilometri più a valle, a Sirmione, la penisola immersa nel lago di Garda accoglie le Grotte di Catullo, un complesso con la villa romana della prima età imperiale.

Poi c’è Brescia, conosciuta più come città operosa del ‘900 che come snodo fondamentale dell'antica Roma.

Per accorgersene basta passeggiare nel suo centro storico e scoprirne il parco archeologico di Brixia e il museo di Santa Giulia, dove all’inizio del 2020 è tornata anche La Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue di epoca romana mai trovate in Italia, "restituita" alla città di Brescia dopo un lungo restauro. Nell’area antica, peraltro Patrimonio Unesco, a est del Tempio Capitolino si trova anche il teatro romano, sorto in epoca Flavia tra il 69 e il 96 d.C. e restaurato alla fine del II secolo. 

Il teatro è ben conservato e, insieme al Tempio Capitolino, ogni estate diventa la cornice suggestiva di GrandeBrixia, il cartellone estivo del Teatro Grande scandito da concerti, recital d’opera e reading, in collaborazione con Fondazione Brescia Musei.

A Roma, le stelle della danza e le note di Puccini alle Terme di Caracalla

A Roma, le stelle della danza e le note di Puccini alle Terme di Caracalla

Nel viaggio tra le arene estive più suggestive d’Italia non poteva mancare la Capitale. A Roma, oltre ovviamente al Colosseo, uno dei palcoscenici più suggestivi cui ambire per gli artisti di tutto il mondo è il parco archeologico delle Terme di Caracalla, un’arena spettacolare che può ospitare fino a 4500 spettatori. Le Terme di Caracalla rappresentano uno dei meglio conservati complessi termali dell’antichità.

Le “Thermae Antoninianae” vennero costruite a sud dell’Urbe per volontà dell’imperatore Caracalla sul Piccolo Aventino tra il 212 ed il 216 d.C., vicino alla Via Appia. Il complesso termale venne restaurato da Aureliano, Diocleziano e Teodosio, prima di venire chiuso nel 537. Fino ad allora, accanto agli ambienti termali (“calidarium”, “tepidarium”, “frigidarium”, natatio”) c’erano palestre e altri ambienti per la cura del corpo e della mente, per lo studio e per lo svago. Quella che oggi chiameremmo in burocratese “destinazione d’uso” non è cambiata di molto.

Dopo 2000 anni, le Terme di Caracalla accolgono momenti di arte, musica e spettacolo che animano le estati della capitale. Oltre ai grandi eventi pop, si replica ogni anno la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. Opera, danza, cinema, teatro, grande musica sinfonica, circo contemporaneo, jazz e pop sono i generi che compongono il cartellone del Caracalla Festival.

Tra gli eventi in programma, nel 2024, spiccano il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas con Tosca e Turandot, le performance di Eleonora Abbagnato e Roberto Bolle, il cinema di Walt Disney con musiche eseguite dal vivo e un omaggio ai 100 anni della “Rhapsody in Blue” di Gershwin con Wayne Marshall. Ci sono spettacoli di circo contemporaneo e teatrali ma anche una rassegna di film che celebrano Puccini nel centenario dalla sua morte.

Toscana: a Torre del Lago la magia delle note di Puccini

Toscana: a Torre del Lago la magia delle note di Puccini

“Torre del Lago, gaudio supremo, paradiso, eden empireo, turris eburnea, vas spirituale, reggia… abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari”. Di Torre del Lago Puccini scrisse all’amico Alfredo Castelli dipingendo un’oasi per corpo e spirito in cui esprimeva la sua creatività musicale.

Sul lago di Massaciuccoli, il lucchese Giacomo Puccini arrivò nel 1891, da trentenne, e qui rimase per altri trent’anni componendo le sue opere più celebri, tra cui “Tosca” (1900), “Madama Butterfly” (1904), “La Fanciulla del West” (1910), “La Rondine” (1917) e “Il Trittico” (1918).

Oggi lo ricordano nella biografia il museo Villa Puccini, ma la sua opera viene celebrata ogni estate nel Festival Puccini. Nel Gran Teatro all’aperto, i più importanti interpreti della lirica mondiale si esibiscono a Torre del Lago, un rito che si ripete dal 1930, quando Pietro Mascagni diresse “La Bohème”.

Marche e lo Sferisterio di Macerata: la casa estiva dell’opera italiana

Marche e lo Sferisterio di Macerata: la casa estiva dell’opera italiana

Ora si cambia scenario ma si continua a seguire Puccini in una regione “plurale”. “Le Marche” sono, infatti, un mosaico città e paesaggi assai diversi tra loro. Per trovare un altro luogo di enorme fascino e storia antica legato alle stagioni estive dello spettacolo ecco Macerata, città del travertino: piazza della Libertà e il palazzo dei Priori, il palazzo della Prefettura e la Torre dell’Orologio… ma l’edificio più caratteristico di Macerata è il grande Sferisterio. Un immenso colonnato che lo fa sembrare un’arena dell’antica Roma, ma costruito tra il 1823 e il 1829, come stadio per il “pallone al bracciale”, sport che in quel periodo era di moda.

Nel tempo la sua funzione è ovviamente mutata: da feste, giostre, parate e circhi è diventato uno dei più spettacolari e ricercati palcoscenici per la lirica, dall’acustica perfetta, con una stagione estiva tra le più importanti d’Europa.

Il 60° Macerata Opera Festival 2024 sarà dedicato principalmente al compositore Giacomo Puccini nel centenario della morte, con l’esecuzione, per la prima volta allo Sferisterio, della “Fanciulla del West”, cui seguiranno altre due opere molto celebri come Turandot e La bohème.

Taormina, meraviglia nel cuore del Mediterraneo

Taormina, meraviglia nel cuore del Mediterraneo

Infine, ma solo in ordine di lettura ovviamente, è d’obbligo citare il teatro greco di Taormina. Spettacolare, panoramico, scenografico e con un’acustica perfetta… gli aggettivi possono sprecarsi per il sito di epoca ellenistica e di ineguagliabile bellezza paesaggistica.

Il teatro sfrutta la pendenza naturale della collina. I greci lo usavano per inscenare commedie e tragedie, i romani spettacoli gladiatori. Quello che mai è mutato è la vista dalla parete di fondo della scena, come fosse una quinta perfetta, la splendida baia di Schisò con l'Etna.

La platea è incavata nella roccia e poteva contenere fino a 5400 spettatori. Oggi la sua struttura non si è modificata nella sostanza, la cavea è divisa in nove sezioni, servite da otto scalette e il teatro può arrivare alla capienza massima di 4500 posti a sedere.

Suonare, cantare, recitare o solo partecipare come spettatore in questa favolosa quinta ereditata dal passato mediterraneo è un regalo da farsi almeno una volta nella vita.

Per scattare le foto, le ore migliori sono la mattina, ma se volete vederlo rivivere sotto i vostri occhi, bisogna andarci tra giugno e settembre, la sera, quando diventa la location di gala per eventi e festival che attirano ospiti da tutto il mondo.

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