Le 6 meraviglie del Parco Sommerso di Baia, incanto archeologico subacqueo
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Il Parco Sommerso di Baia, inserito all’interno dell’Area Marina Protetta omonima e del Parco Archeologico dei Campi Flegrei, è uno straordinario contesto archeologico subacqueo: un sito unico al mondo, in cui, sul fondo del mare, si custodiscono i resti di un’antica, lussuosa, città romana, sprofondata per effetto del bradisismo dei Campi Flegrei. Dedicare del tempo per delle immersioni nel Parco Sommerso di Baia significa vivere delle esperienze eccezionali, nel più grande parco archeologico sommerso al mondo. Dal 2001, i siti del Parco sono visitabili per mezzo di immersioni guidate con autorespiratore, tour in snorkeling, escursioni su barche col fondo trasparente e persino in un piccolo sottomarino turistico. Sui fondali del Parco Sommerso di Baia, sono ormai numerosi i punti di immersione e i siti visitabili:
Il Ninfeo Imperiale Sommerso di Punta Epitaffio
È forse il più iconico tra i siti del Parco: a 4 metri di profondità, alla base del costone di tufo di Punta Epitaffio, che divide l’area di Baia dalla vicina area di Pozzuoli, è visitabile la grande sala da banchetti dell’imperatore Claudio. Alla metà del I secolo d.C., gli ospiti più importanti dell’imperatore venivano accolti tra statue e giochi d’acqua, in una sontuosa appendice del palazzo imperiale baiano. Oggi è possibile immergersi fra le repliche delle statue (gli originali sono custoditi al vicino Museo Archeologico Nazionale dei Campi Flegrei presso il Castello di Baia): il dio del vino Dioniso, i membri della famiglia imperiale, e sul fondo della sala, una scena di incredibile fascino, con l’eroe Ulisse colto mentre porge una coppa di vino al ciclope Polifemo, in compagnia del compagno Bajos, che diede il nome alla stessa Baia.
La villa dei Pisoni
Poco lontano dal Ninfeo, un altro punto d’immersione colpisce i visitatori: è la sontuosa villa dei Pisoni, appartenuta a una delle famiglie più influenti di Roma, caduta in disgrazia per aver tentato una congiura contro il potente Nerone. La villa, requisita dall’imperatore, e risistemata al tempo di Adriano, è un vero e proprio palazzo sommerso, con grandi sale, spazi porticati, mosaici bianchi e un gigantesco giardino, oggi invaso dalla sabbia del fondale. Il percorso subacqueo permette ai visitatori di percorrere i lunghi corridoi disposti intorno al giardino, cinti da esedre e semicolonne splendidamente conservate, e di esplorare un piccolo impianto termale: anche in questa sontuosa villa, divenuta col tempo un vero e proprio palazzo imperiale, evidentemente, le sorgenti vulcaniche naturali erano state captate e irregimentate per il benessere e il lusso dei proprietari.
La villa con ingresso a protiro
Un’altra villa, edificata sulla lingua di terra che divideva il golfo di Baia dal mare aperto, stupisce i sub con le sue incredibili testimonianze sommerse: mosaici con fini decorazioni geometriche bianche e nere, terme, marmi, basi di statue raccontano il lusso e la raffinatezza dei suoi proprietari, per noi sconosciuti. Immergersi nella villa con ingresso a protiro è un’esperienza unica: i subacquei vedono con i lori occhi la meraviglia di un mosaico a pelte, liberato di volta in volta dal sottile strato di sabbia che ne garantisce la conservazione. A giudicare lo stato dei resti archeologici, sembra che duemila anni siano passati in un attimo: merito anche delle operazioni di restauro subacqueo condotte nella villa. Una vera e propria missione impossibile, portata avanti in anni recenti con la volontà ferrea di custodire il passato anche per le generazioni future.
Le terme del lacus
Le terme naturali, dono dei vulcani, attirarono i Romani a Baia, e ville e palazzi sorsero intorno alle fonti termali per sfruttare il calore e i benefici delle acque curative. Attorno a una di queste sorgenti, splendidi mosaici policromi realizzati creando complicati motivi geometrici lasciano senza fiato i visitatori, in un vero e proprio tuffo nella vita antica della città flegrea. Di particolare interesse l’uso di colonne abbattute come protezione dal mare: di fronte al bradisismo e alla risalita del livello marino, gli antichi proprietari delle terme e della villa che le conteneva provarono evidentemente a proteggere gli edifici con ogni mezzo; la lotta contro i vulcani, però, si rivelò vana, e i mosaici si trovano oggi a 4 metri di profondità.
La Secca Fumosa
Procedendo da Baia in direzione di Pozzuoli, un sito d’immersione più profondo è un vero e proprio spot imperdibile: la Secca Fumosa, a 12 metri di profondità, è un labirinto di giganteschi piloni in muratura, un tempo affioranti tra le onde e visibili dalla terraferma, al limite esterno dell’antico porto romano, forse a sostegno di un’isola artificiale sorta intorno a una sorgente termale naturale. Tra i massicci piloni, la vita marina è ricca e variegata, ma l’esperienza più forte è ancora una volta un dono dei vulcani: delle fumarole sommerse producono grandi colonne di bolle, scaldando l’acqua del mare, e imbiancando l’area circostante per il proliferare di solfobatteri.
Il Portus Julius
Un gigantesco porto romano, disteso dinanzi al bacino del Lago Lucrino, oggi ridotto nelle dimensioni per l’eruzione di Monte Nuovo, e all’oscuro cratere del Lago d’Averno: il Portus Julius appare dal cielo come una vera e propria città, ma è di fatto un porto romano, costruito rapidamente nel 37 a.C., quando Ottaviano, futuro Augusto, decise di affidare ad Agrippa la guerra contro i pirati che imperversavano nel Mediterraneo; prima ancora che Miseno diventasse il grande porto militare di Roma, il Portus Julius fu così base per flotte e marinai, collegato con poderose opere marittime ai laghi retrostanti, fino all’Averno, che fungeva da arsenale. Oggi una piccola porzione dell’antico bacino si visita in immersione, e si possono esplorare i magazzini e le aree commerciali realizzate quando la guerra fu vinta, e lo scopo militare del porto venne meno. Alcune colonne, un piccolo peristilio, e dei pavimenti in cocciopesto e mosaico invece raccontano una storia diversa: ci fu un tempo in cui il porto non esisteva ancora, e sulla costa nascevano le prime ville, poi inglobate nelle opere successive.
Un modello di riferimento
In oltre vent’anni, il Parco Sommerso di Baia si è convertito in un modello di riferimento internazionale, riconosciuto dall’UNESCO e dalla comunità scientifica. A Baia si sperimentano le tecniche per proteggere il patrimonio direttamente sui fondali, ma anche per valorizzarlo e renderlo fruibile sia dai subacquei, sia da chi in acqua non può andare. Le nuove tecnologie e la realtà aumentata vengono incontro ai non subacquei, offrendo modalità di visita da remoto, e arricchendo l’esperienza con ricostruzioni tridimensionali e contenuti innovativi.