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Un tuffo in Sicilia, dove un mare d’arte, cultura e natura ve ne faranno innamorare perdutamente

Un territorio variegato che conquista il cuore dei turisti di tutto il mondo con il suo meraviglioso mare e le città ricche di un fascino tutto loro. La Sicilia è un'isola da cartolina caratterizzata dai segni indelebili dei popoli che l'hanno vissuta e resa unica, tra testimonianze artistiche e culturali di enorme valore.

Palermo Trapani Messina Agrigento Caltanissetta Enna Enna Catania Ragusa Siracusa
Palermo
Palermo

Capoluogo siciliano e crocevia di culture e tradizioni, Palermo vi farà innamorare inebriandovi di colori, profumi e sapori. Palermo è una città brulicante di chiese, monumenti e opere d’arte dal valore inestimabile, animata da vivaci quartieri popolari attigui a sontuosi edifici nobiliari. Ciliegine sulla torta il clima mite in tutte le stagioni, un mare di una bellezza struggente e una tradizione culinaria irresistibile.

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Trapani
Trapani

L’origine del nome è “Drepanon”, falce, non tanto per la forma del promontorio su cui si sviluppa, quanto piuttosto per profilo arcuato della città: una distesa di case che si irradia sulla piana ai piedi del monte San Giuliano e che si va assottigliando su una lingua di terra circondata dal mare, la penisola di Trapani. Atmosfera da luogo di confine che si coglie benissimo percorrendo le Mura della Tramontana, dal profilo curvilineo della falce, e poi passeggiando per la città vecchia, la cui vita durante il giorno è quasi esclusivamente concentrata lungo i moli, fino alla torre di Ligny. Forse è la città più spagnola della Sicilia, adagiata nella baia in cui Pietro d’Aragona approdò nel 1282 per dare inizio all’occupazione spagnola dell’isola e fu un importante crocevia dei traffici marittimi tra Cartagine e Venezia. Nel corso dei secoli le attività che la resero fiorente furono la pesca del corallo e del tonno, così come la produzione del sale e del vino. Nel XVI secolo, i gioiellieri trapanesi, artigiani e maestri della lavorazione del corallo, erano famosi in tutta Europa. Il minuscolo reticolo di vie del centro vecchio ha un aspetto ancora moresco, ma la città deve il suo aspetto odierno all’influsso del barocco spagnolo, di cui vi si contano numerosi esempi tra cui la cattedrale di S. Lorenzo, la chiesa del Collegio dei Gesuiti o il magnifico palazzo Senatorio, all’estremità di corso Vittorio Emanuele, la zona pedonale attorno a cui si sviluppa il centro storico che nel tardo pomeriggio brulica di passeggianti, a cui non resta che unirsi. Non lontano da qui è anche la chiesa del Purgatorio, punto di partenza e di arrivo della processione del Venerdì Santo; anche spostandosi verso la parte più moderna, in zona più periferica, si incontrano due tra i principali gioielli della città, gioia degli appassionati di arte: il Museo Pepoli e il Santuario dell’Annunziata. Una visita a Trapani, infine, non può prescindere da un’escursione nei dintorni alla scoperta dei paesaggi lagunari delle saline o di Erice, eccezionale in ogni senso a partire dal suo impareggiabile panorama sulla piana di Trapani e oltre, fino all’Etna nelle giornate limpide.

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Messina
Messina

La maestosa porta della Sicilia Importante centro culturale e commerciale Messina è la porta di ingresso per i viaggiatori diretti in Sicilia. Non può mancare una visita al Duomo di origine normanna, che ospita il secondo organo più grande d’Italia, e all’orologio astronomico meccanico più complesso e grande al mondo. Merita una tappa anche la sede dell’università, fondata nel 1548 da Sant’Ignazio di Loyola. La provincia accoglie la bella Taormina, famosa per le vie pedonali caratteristiche, i siti archeologici e i panorami mozzafiato. La terrazza naturale situata sul monte Tauro, a 206 metri di altezza sul livello del mare, offre una vista unica sul Mediterraneo. Il borgo ospita il Teatro Greco, il secondo teatro più grande di tutta la regione. Concedetevi qualche ora di relax sulla spiaggia affacciata sull’Isola Bella, suggestivo isolotto diventato simbolo stesso di Taormina. Se vi trovate in zona, non può mancare una visita ai borghi di Novara di Sicilia, Tindari e Milazzo. Quest’ultimo è anche famoso anche per la Piscina di Venere, paradiso per gli amanti dello snorkeling, da cui si raggiungono facilmente Lipari, Vulcano o Stromboli. Scoprite il fascino e la potenza della natura immergendovi nelle gelide acque delle gole dell’Alcantara. Potete camminare tra le pareti di lava, ma anche fare rafting, arrampicata e trekking nel parco geologico che circonda le gole.

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Agrigento
Agrigento

"Là dura un vento che ricordo acceso / nelle criniere dei cavalli obliqui / in corsa lungo le pianure, vento / che macchia e rode l'arenaria e il cuore / dei telamoni lugubri, riversi / sopra l'erba". I versi di Salvatore Quasimodo introducono i visitatori all’esperienza della Valle dei Templi, di forte suggestione emotiva, con l’effetto tutt’altro che lugubre dei grandi telamoni che sostenevano il tempio di Giove Olimpico. Certo, il parco archeologico dell'antica Akragas - che il poeta greco Pindaro definì la “città più bella” -, iscritto dall'Unesco nell’elenco del Patrimonio dell'Umanità, non può lasciare indifferenti. I grandiosi templi dorici risalgono al V secolo a.C., epoca di massimo splendore della città. Gli scavi hanno rivelato anche altri elementi della città antica, come edifici pubblici, opere idrauliche, necropoli e fortificazioni, fino ai resti archeologici e monumentali successivi dell'epoca paleocristiana. Nel parco si snodano anche percorsi naturalistici che attraversano la macchia mediterranea, tra agavi e fichi d'india, con aree coltivate a ulivo, vite e mandorlo. Tra tanti luoghi di culto intitolati alle divinità dell'Olimpo, non poteva che essere un mito greco a spiegare la rigogliosa fioritura precoce dei mandorli in questa zona, che veniva festeggiata ogni anno con l'arrivo della primavera, con protagonista l'amore leggendario tra una principessa e un guerriero, ostacolato dal fato. La città medievale e moderna si sviluppò intorno al IX secolo d.C., sulla collina dei Girgenti, nome che assunse dopo la conquista dei Normanni. Del suo fastoso passato, Agrigento conserva numerose tracce anche al di fuori dell'area archeologica. Il nucleo medievale, per esempio, conserva l'andamento tortuoso delle vie tipico delle città arabe, con numerosi edifici e chiese che si sono succeduti nelle epoche successive con stili diversi. Agrigento è stata proclamata Capitale italiana della Cultura 2025, insieme a Lampedusa e ai Comuni del territorio.

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Caltanissetta
Caltanissetta

L’essenza della Sicilia tra mare, castelli e le tracce di una ricca storia Caltanissetta e la sua provincia sono una meta da scoprire tutto l'anno, grazie a un clima favorevole godibile anche nei mesi invernali. Esplorate le accoglienti spiagge del litorale di Gela e le verdi colline dell’entroterra, con i loro reperti archeologici testimoni di secoli di storia. L'intero territorio è costellato di piccoli borghi da scoprire con calma, come Borgo Santa Rita e Delia, durante una vacanza in camper o in auto. La stessa Caltanissetta ha tanto da offrire ai suoi visitatori, dall'imponente cattedrale barocca di Santa Maria la Nova alla Chiesa di Sant’Agata che affaccia sul grande corso Umberto I con la sua facciata colorata e il doppio scalone a tenaglia. A dominare la città sono i ruderi del castello Pietrarossa, distrutto dal terremoto che ha colpito la città nel 1567. Imperdibile una visita al Museo archeologico per fare un tuffo nel passato di questa terra. Se venite qui durante il giovedì santo potrete assistere alla suggestiva processione delle vare della via crucis. Durante l'anno, invece, potrete ammirarle nella sede espositiva ad esse dedicata. Affacciata sul mare, la città di Gela si fa apprezzare per le sue aree archeologiche di grande rilievo, a cominciare dalle Mura Timoleontee, per la Riserva Naturale Orientata Biviere che si estende per più di 300 ettari e per il suo centro storico ricco di edifici in stile Liberty.

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Enna
Enna

A quasi mille metri d’altitudine – il capoluogo di provincia più elevato d’Italia – Enna è da sempre “urbs inexpugnabilis”, ed è tuttora una piccola grande città che il Touring Club Italiano ha definito “girone di meraviglia“, “saliscendi abitato“, “cima sospesa sul territorio“, “balcone dalle viste incredibili“. L’austero ed enorme sistema fortificato del castello di Lombardia, edificato per volere di Federico II, creato durante la dominazione sveva, offre un panorama che domina tanto la città stessa quanto l’altra piramide urbana che è Calascibetta, arroccata di fronte. Difficilmente un viaggio classico che attraversi i monti Erei e Iblei da qui fino alla punta di Capo Passero prenderà avvio da Enna: è una città logisticamente troppo d’entroterra per chi arrivi dal continente o atterri all’aeroporto di Catania. Varrà però comunque la pena di guidare una mezz’ora da Piazza Armerina, per convincersi di persona che Enna conserva, accanto a marginali contaminazioni barocche e settecentesche, la sua sostanza di città storica dal sobrio tono medievale. I ritrovamenti archeologici, visibili nelle sedi museali locali, hanno confermato le origini millenarie della città, che la tradizione vuole antichissimo centro prima dei sicani prima e poi dei siculi. Le riscoperte gastronomiche di oggi comprendono invece maccaruna al ragù o , in alternativa, in agrodolce, la salsiccia e il pecorino piacintinu aromatizzato con zafferano e pepe nero. Si può concludere il pasto assaggiano la cubaita (torrone di mandorle e miele) o i biscotti alla cannella detti "ditini".

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Catania

Con un mare da sogno e un patrimonio artistico impareggiabile, Catania affascina e conquista. Lasciati conquistare dall’energia magnetica di una città dalla lunga e travagliata storia. Fatti travolgere dalla sua vitalità e ammaliare dalla sua arte e dalla sua enogastronomia. Una visita a Catania non può che trasformarsi in un'esperienza indimenticabile.

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Ragusa
Ragusa

Museo barocco a cielo aperto Elegante, raffinata e ricca di storia. Ragusa, nel sud della Sicilia, conquista i visitatori con i suoi tesori artistici e architettonici e i suoi panorami mozzafiato. La città è considerata la più alta espressione del barocco siciliano, con chiese e palazzi elegantemente lavorati, come la Cattedrale di San Giovanni Battista, il Duomo di San Giorgio e Palazzo Zacco. Indossate scarpe comode e percorrete le scale che collegano Ragusa Superiore, sull’altopiano, e Ragusa Ibla, il centro storico che si snoda lungo viuzze ripide e tortuose. Regalatevi un momento di relax all’ombra delle palme del Giardino Ibleo, situato su uno sperone roccioso con vista panoramica sui Monti Iblei e sulla valle del Fiume Irminio. A soli 16 chilometri da Ragusa sorge Modica, famosa per il suo cioccolato. Visitate la Cattedrale di San Pietro, con la sua imponente scalinata e la sua facciata barocca, e la Casa Natale di Salvatore Quasimodo. Perdetevi tra i vicoli di Scicli, piccolo borgo circondato da pareti rocciose in cui il tempo sembra essersi fermato. Per un tuffo nel passato, scoprite anche il Castello di Donnafugata, nobile dimora ottocentesca circondata da un parco che custodisce un labirinto. Chi ama il sole e il mare si può rilassare sulle spiagge di Marina di Ragusa, Sampieri, Scoglitti e alla Riserva della Foce dell’Irminio.

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Siracusa
Siracusa

Situata in una delle più belle insenature del Mediterraneo, Siracusa è una città vitale e dinamica, che si mostra all’altezza del proprio grandioso passato, tanto da meritare, nel 2005, l’iscrizione nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. La visita a Siracusa è un viaggio a ritroso nel tempo e alla scoperta della meravigliosa bellezza dell'ambiente naturale in cui è immersa la città. Siracusa ha dato i natali a prestigiose personalità della storia culturale e artistica del Mediterraneo ed è molto fervida intellettualmente anche ai nostri giorni. Le testimonianze archeologiche confermano la presenza umana nell'isola di Ortigia già nel XIV secolo a C., ma l’edificazione urbana risale all'VIII secolo a.C., con la fondazione della colonia greca di Siracusa. La crescita politica ed economica della città tra il VI e il IV secolo a.C. determina un incremento nel numero degli abitanti e l’espansione della città oltre le primitive mura. Divenuta troppo estesa per essere opportunamente difesa, Siracusa subì incursioni nemiche dall'entroterra e venne assediata dagli ateniesi (416-13 a C.). La guerra contro Cartagine, nel 405 a C., diede la città in mano a Dionisio I, che si vide costretto a realizzare grandi opere di fortificazione, ad allontanare la popolazione da Ortigia e a trasformare l'isola in una fortezza a scopi militari. La morte di Dionisio, avvenuta intorno alla metà del IV secolo, provocò l'inizio di un lungo periodo di transizione, che portò nel 212 a.C. alla sconfitta e al saccheggio della città ad opera dei Romani. Dai primi secoli dell'impero, si era andato diffondendo il cristianesimo, e nel III secolo d.C. cominciarono a nascere i primi edifici di culto paleocristiano. Dopo un lungo assedio, nell'878 la città venne presa e devastata dagli arabi, che lasciarono una forte impronta urbanistica della loro presenza. Nel cacciare definitivamente gli arabi dall'isola, i Normanni portarono a termine l'opera iniziata dai Bizantini con la ristrutturazione delle antiche fortificazioni. Dal governo aragonese Siracusa trasse cospicui vantaggi economici, che lasciarono il loro segno con la costruzione dei bastioni che circondano l'isola e di molti palazzi. Determinante, per la storia della città, fu il drammatico terremoto verificatosi nel 1693, non perché abbia arrecato danni irreparabili, ma in quanto fu la spinta per attuare un “rimaneggiamento” legato al gusto barocco, conferendo alla città un nuovo volto, di aspetto settecentesco, in sostituzione dell’antica identità. Sono stati rilevanti, poi, sotto il profilo urbanistico, gli interventi d'epoca fascista, tra i quali spicca la costruzione di via del Littorio, attuale corso Matteotti. Con l'espansione economica degli anni '50 e '60 del XX secolo, invece, è iniziato il periodo della contaminazione e convivenza, non sempre facile e proficua, con i grandi complessi industriali. Il susseguirsi di tutti questi avvenimenti importanti, e spesso anche traumatici, ha innescato un meccanismo di affascinante sovrapposizione, nella forma di una armoniosa integrazione.

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Siracusa

Siracusa

Situata in una delle più belle insenature del Mediterraneo, Siracusa è una città vitale e dinamica, che si mostra all’altezza del proprio grandioso passato, tanto da meritare, nel 2005, l’iscrizione nel Patrimonio dell'Umanità dall'Unesco. La visita a Siracusa è un viaggio a ritroso nel tempo e alla scoperta della meravigliosa bellezza dell'ambiente naturale in cui è immersa la città. Siracusa ha dato i natali a prestigiose personalità della storia culturale e artistica del Mediterraneo ed è molto fervida intellettualmente anche ai nostri giorni. Le testimonianze archeologiche confermano la presenza umana nell'isola di Ortigia già nel XIV secolo a C., ma l’edificazione urbana risale all'VIII secolo a.C., con la fondazione della colonia greca di Siracusa. La crescita politica ed economica della città tra il VI e il IV secolo a.C. determina un incremento nel numero degli abitanti e l’espansione della città oltre le primitive mura. Divenuta troppo estesa per essere opportunamente difesa, Siracusa subì incursioni nemiche dall'entroterra e venne assediata dagli ateniesi (416-13 a C.). La guerra contro Cartagine, nel 405 a C., diede la città in mano a Dionisio I, che si vide costretto a realizzare grandi opere di fortificazione, ad allontanare la popolazione da Ortigia e a trasformare l'isola in una fortezza a scopi militari. La morte di Dionisio, avvenuta intorno alla metà del IV secolo, provocò l'inizio di un lungo periodo di transizione, che portò nel 212 a.C. alla sconfitta e al saccheggio della città ad opera dei Romani. Dai primi secoli dell'impero, si era andato diffondendo il cristianesimo, e nel III secolo d.C. cominciarono a nascere i primi edifici di culto paleocristiano. Dopo un lungo assedio, nell'878 la città venne presa e devastata dagli arabi, che lasciarono una forte impronta urbanistica della loro presenza. Nel cacciare definitivamente gli arabi dall'isola, i Normanni portarono a termine l'opera iniziata dai Bizantini con la ristrutturazione delle antiche fortificazioni. Dal governo aragonese Siracusa trasse cospicui vantaggi economici, che lasciarono il loro segno con la costruzione dei bastioni che circondano l'isola e di molti palazzi. Determinante, per la storia della città, fu il drammatico terremoto verificatosi nel 1693, non perché abbia arrecato danni irreparabili, ma in quanto fu la spinta per attuare un “rimaneggiamento” legato al gusto barocco, conferendo alla città un nuovo volto, di aspetto settecentesco, in sostituzione dell’antica identità. Sono stati rilevanti, poi, sotto il profilo urbanistico, gli interventi d'epoca fascista, tra i quali spicca la costruzione di via del Littorio, attuale corso Matteotti. Con l'espansione economica degli anni '50 e '60 del XX secolo, invece, è iniziato il periodo della contaminazione e convivenza, non sempre facile e proficua, con i grandi complessi industriali. Il susseguirsi di tutti questi avvenimenti importanti, e spesso anche traumatici, ha innescato un meccanismo di affascinante sovrapposizione, nella forma di una armoniosa integrazione.
Borghi
Marsala

Marsala

Marsala, la città del vino e del sale Marsala è una città ed è anche un vino. Entrambi sono eleganti e ricchi di storia. La città è racchiusa tra i bastioni del Cinquecento, quando visse un suo Rinascimento che la arricchì di palazzi, chiese e monasteri. Il vino è il prodotto che l’ha resa celebre nel mondo, anche grazie all’intuizione di un mercante inglese che lo adattò ai gusti d’oltremanica. Nel bel centro storico si visitano le vestigia del suo passato assieme alle cantine storiche che tengono alto il prestigio del suo prodotto migliore, mentre sulla costa si produce il sale in spettacolari saline. Tra barocco e natura Chi entra da Porta Nuova viene accolto da un’infilata di bei palazzi rinascimentali e barocchi, come il monastero di San Pietro che ospita il Museo civico, con una sezione archeologica e una dedicata al Risorgimento; Garibaldi e i Mille sbarcarono a Marsala per compiere l’impresa dell’Unificazione dell’Italia. Poco oltre si entra in piazza della Repubblica, il salotto di Marsala, con il bel Palazzo VII Aprile con la torre dell’Orologio e il Duomo barocco, ma in realtà la facciata è stata completata solo nel 1956 e, accanto, il Museo degli Arazzi dove sono esposti otto arazzi fiamminghi, dono di un re spagnolo. A pochi passi trovate il Convento del Carmine, oggi Museo di Pittura Contemporanea con opere di vari artisti italiani tra cui Cassinari, Maccari, Marchegiani, Pomodoro, Sassu, Sironi e mostre temporanee. Per immergervi nel passato più antico di Marsala visitate il Museo Archeologico Baglio Anselmi, nel fabbricato di un’ex-azienda vinicola sul lungomare: vi sono esposti vari reperti che narrano la fondazione della città (allora si chiamava Lilibeo) da parte degli esuli della colonia fenicia dell’isola di Mothia. Non perdete il relitto di una nave punica naufragata probabilmente durante la battaglia delle Egadi della Prima guerra Punica, rinvenuta al largo dell’isola Lunga in prossimità di Punta Scario, i mosaici romani e una straordinaria collezione di anfore che documentano i traffici commerciali dell’antichità. La visita al museo si completa nel Parco archeologico con l’Insula romana, il sito di una grande villa romana del III secolo d.C. con terme, cisterne e i resti di una necropoli paleocristiana. Il cuore pulsante di Marsala è il suo centralissimo Mercato del pesce, da poco ristrutturato, di giorno luogo dove si riversa il pescato dello Stagnone e del Canale di Sicilia, di sera centro della movida dove cenare e fare tardi. Il vino di Marsala che piacque agli inglesi Si è sempre prodotto vino a Marsala, fin dai tempi di fenici, ma è verso la fine del Settecento che un mercante inglese, John Woodhouse, mandò in Inghilterra alcune botti di vino locale da far assaggiare ai suoi clienti, aggiungendo però una dose di acquavite, per far sì che il vino non si guastasse durante la navigazione. Così nacque il Marsala che conosciamo oggi, un vino liquoroso molto gradito agli inglesi che da allora lo importarono in quantità, facendo la fortuna dei produttori locali: Florio, Rallo, Donnafugata, Pellegrino, le cui cantine storiche si trovano ancora nel centro di Marsala. La Riserva dello Stagnone e Mozia La Riserva dello Stagnone è una laguna che si trova a nord di Marsala, duemila ettari di acque basse e molto salate all’interno della quale sorgono 4 isole: l’isola Grande che fa da barriera alla laguna, l’isola di Santa Maria, una striscia di terra, la Schola, perché nel periodo romano ospitava una scuola di retorica, dove si narra che insegnasse Cicerone quando era questore della città lilibetana e Mothia (Mozia), isola su cui sorgeva una città fenicia dell’VIII sec. a.C. che le fonti antiche descrivono come ricca di bei palazzi, una delle basi commerciali più importanti del Mediterraneo antico. Conquistata da Dionisio di Siracusa, Mothia fu distrutta nel 397 a.C. e mai ricostruita, quindi le sue rovine sono “integre”, senza sovrapposizioni, un vero paradiso per gli archeologi. I sopravvissuti infatti fondarono Lilibeo, l’attuale Marsala. L’isola di Mozia oggi appartiene alla Fondazione Whitaker, un produttore vinicolo inglese che l’acquistò e avviò gli scavi all’inizio del Novecento, ed è aperta alle visite. Le saline di Marsala e i mulini a vento Sulla costa a nord della città, affacciate sullo Stagnone, si estendono le Saline della Laguna di Marsala Ettore e Infersa, uno degli luoghi più spettacolari della costa occidentale della Sicilia, specchi d’acqua che assumono vari colori a seconda della stagione, su cui si stagliano i profili di mulini a vento circondati da montagnole di candido sale. Un luogo non solo molto poetico e fotogenico, ma anche di grande interesse storico e ambientale, strutturato per far vivere a chi lo visita l’esperienza del sale a tutto tondo: qui si possono fare passeggiate lungo le saline, visitare i mulini tuttora funzionanti, fare degustazioni, raccogliere manualmente il sale con i salinai e immergersi in vasche fuori produzione, ma comunque alimentate dal circuito idraulico, dove galleggiare in soluzioni saline con diverse concentrazioni e distendersi sulla crosta di sale.
Isole
Lipari - Isole Eolie, Sicilia

Lipari

Lipari la dolce, la più placida delle isole Eolie Con i suoi 37 chilometri quadrati, Lipari è la più grande tra le isole Eolie, Patrimonio dell’Umanità per chiunque sia passato da qui e, dal 2000, anche per l’UNESCO. Centro amministrativo ed economico dell’intero arcipelago siciliano è la meno “vulcanica” tra le sue 7 isole, come attestano le debole attività idrotermale e di fumarole nella sua parte occidentale. Di sicuro però, prendete nota, è quella che meglio armonizza il selvaggio fascino eoliano con la comodità dei collegamenti e dei servizi. La movida serale e il flow autentico delle contrade L’area urbana si estende tra i bar e i ristoranti affacciati sulla bella piazza di Sant’Onofrio, meglio nota come Marina Corta, e via Francesco Crispi, chiamata Marina Lunga: in mezzo, da maggio fino a ottobre, si concentrano la sera lo struscio e la movida dei locali. Il resto dell’isola è ben collegato al centro da una rete di strade asfaltate, ma se volete davvero entrare nel suo flow di profumi, suoni e panorami e assaporare un po’ di quella placida dolcezza cui allude il suo nome greco, Meligunis, vi consigliamo di girare Lipari in bici o di percorrerla a piedi, bighellonando tra i muri a secco delle sue contrade: Canneto, Acquacalda, Quattropani. Come sul set di un film Se oltre alla vita da spiaggia avete in animo di approfondire la cultura e la storia di Lipari, il consiglio è quello di visitare mete e monumenti con la luce del tramonto, quando l’aria è più fresca e le strade si animano. Tappa d’obbligo è il Chiostro Normanno, parte del primo monastero benedettino costruito in Sicilia per volere del re Ruggero II, così ben conservato e suggestivo che vi sembrerà di stare sul set di un film in costume. Altrettanto scenografica è la possente struttura del Castello, una vera e propria acropoli, che sorge su un promontorio abitato sin dal neolitico. La cinta muraria racchiude idealmente il centro storico. Nella cittadella fortificata, paradiso degli archeologi, ogni anfratto in cui sosterete racconta una pagina di storia: sarà come ripercorrere dal vivo il lungo elenco delle dominazioni che qui si sono avvicendate, lasciando un’indelebile impronta. Per approfondire, avventuratevi tra le cinquanta sale del Museo archeologico regionale, uno dei più prestigiosi del Mediterraneo. Il pollice di Bartolomeo Se siete invece appassionati di reliquie, fate tappa, sempre all’interno del Castello, nella Cattedrale, dedicata a San Bartolomeo, patrono di tutto l’arcipelago: la chiesa custodisce ancora il “sacro pollice” del santo, l’unico frammento misteriosamente scampato al trafugamento del corpo dell'apostolo, nell'833, a opera dei beneventani. Ora il dito “riposa” in una teca d'argento a forma di braccio benedicente, esposta in occasione delle festività in onore del santo. Caccia al belvedere Ai collezionisti di vedute, consigliamo invece di lustrarsi gli occhi lungo i punti più panoramici di Lipari, a partire proprio dal promontorio dell’acropoli. Vale una foto ricordo, e magari anche un romantico selfie tra cielo e mare, l’orizzonte contemplato dal Belvedere Quattrocchi, sullo sfondo dei faraglioni di Pietra Lunga e Pietra Menalda. Fa invece pensare alle Cicladi il panorama che si gode dalla chiesa della Madonna della Catena, nella frazione di Quattropani, un santuario piccolo e e intonacato di bianco, a strapiombo sul mare. Vale infine una scarpinata, il cosiddetto "Semaforo", l'Osservatorio geofisico che ha trovato sede all'interno di un semaforo in disuso della Regia Marina, da cui vi sembrerà di toccare con un dito sia faraglioni che l’isola di Vulcano. Voglia di trekking… anzi di scekking Se invece inseguite l’anima selvaggia dell’isola, tra i sentieri di trekking più interessanti segnaliamo quello, piuttosto impegnativo, che dalle cave di caolino conduce alle terme di San Calogero, lungo le fumarole di zolfo, un parco geominerario, fino allo stabilimento ottocentesco delle terme riconvertite in museo, costruite su una delle più antiche fonti termali conosciute: accanto alle sue vasche, di epoca ellenistica, si trova un monumento funebre di origine micenea. Ma l’esperienza più tipica che potete fare lungo questi sentieri è quella dello scekking, ovvero il trekking a dorso d’asino, scecco in siciliano, proposta dalle guide ambientali di Lipari: un modo originale per riqualificare gli antichi inquilini dell’isola in chiave turistica, ora promossi ad accompagnatori per itinerari slow, articolati in appetitose tappe in cui degustare i prodotti locali. Le spiagge: a ciascuno la sua pietra Bianchissime e sabbiose oppure vulcaniche e rocciose: le coste e le spiagge di Lipari soddisfano le esigenze di ogni bagnante. Basta decidere su quale pietra stendersi. Tutto il litorale a nord-est è ricoperto dall’abbagliante rena bianca proveniente dalle cave di pomice e ossidiana che scendono fino al mare. Quella più famosa è certamente Canneto con il suo mare blu, la sabbia mista a ghiaia e i fondali tutti da esplorare. Si consigliano anche la Papesca, detta la Spiaggia bianca, per la presenza di pomice. Se preferite invece lidi liberi e appartati, fate rotta verso la spiaggia della Secca, in località Cappero. Il lido di Valle Mura, infine, è noto per la sabbia dai colori nero e rosso.
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Erice

Erice

Erice, città della dea Venere Tra le più incantevoli località siciliane, Erice è come un nido d’aquila dal quale godere di grandiosi panorami sulla costa trapanese fino all’arcipelago delle Egadi. Incastonata su una rupe a 751 metri d’altezza, conserva nel suo curioso perimetro triangolare non solo monumenti e chiese medievali di grande valore, ma anche un centro di arte contemporanea e una prestigiosa istituzione scientifica. Erice è un gioiello d’arte e della cultura dalla storia millenaria che merita di essere visitato almeno una volta nella vita. Uno scrigno di tesori artistici e archeologici Le origini di Erice sono antichissime. Si riconducono agli Elimi un popolo di probabile origine greca che, secondo la leggenda, discenderebbe dagli esuli troiani. Al di là del mito della fondazione, Erice era nota anche ai romani per un santuario edificato su una rupe scoscesa dedicato al culto dell’Afrodite greca e, in seguito, della Venere Ericina romana, dea della fecondità e dell’amore. Nel Medioevo, i Normanni costruirono un maniero nello stesso territorio. Conosciuto oggi con un nome che riassume tutta la storia del luogo, il Castello di Venere domina la rocca e veglia sul territorio circostante. La fortezza è il punto più alto di Erice, vi consigliamo di sceglierlo come tappa iniziale o finale della vostra passeggiata nel borgo ericino. Se partite da sopra, godetevi la splendida visuale sulla costa e sulla deliziosa Torretta Pepoli. Attraverso il giardino del Balio, si entra nell’elegante centro storico medievale dal selciato in pietra che sembra un tappeto e dai vicoli strettissimi, perché lo spazio entro le mura è sempre stato scarso. Da non perdere: la chiesa di San Giovanni Battista con la cupola rotonda e un portale a sesto acuto e alcune statue dei Gagini, e il museo Antonino Cordici allestito nell’ex convento di San Francesco e diviso in varie sezioni, fondamentale per conoscere la storia di Erice. Proseguendo verso piazza Umberto trovate il Centro per la cultura scientifica Ettore Majorana, nell’ex monastero di San Pietro, che ogni anno ospita simposi e convegni dedicati a diverse discipline scientifiche. Verso Porta Trapani si apre l’elegante piazza Matrice con il Duomo del XIV secolo. Caratterizzato in facciata da un rosone e preceduto da un portico merlato con aperture ad archi a sesto acuto, si presenta in tutto il suo medievale splendore. L’interno, in stile neogotico, ammalia per la sua eleganza e i tesori d’arte ivi conservati. Da notare le nove croci greche in marmo sulla parete sud apposte nel 1685 e provenienti dal tempio di Venere Ericina. Oltre la Porta del Carmine lungo via dell’Addolorata si arriva al cosiddetto Quartiere Spagnolo, che un vero quartiere non è, ma un edificio che avrebbe dovuto ospitare truppe spagnole però rimase incompiuto. Oggi è sede di mostre mostre permanenti di carattere antropologico. Dalla sua terrazza il panorama vi lascerà senza fiato. Trekking sul monte Erice L’amenità del luogo è tale che vi verrà voglia di esplorare il territorio del monte di Erice: per farlo ci sono i sentieri dell’Agro ericino, vari percorsi di trekking che partono per lo più dall’arrivo della funicolare da Trapani per attraversare la foresta demaniale oppure per andare alla scoperta delle tre chiesi rupestri disseminate sul monte. Sopra Erice c’è anche una baita del CAI a cui fare riferimento per esplorare il territorio e spingersi anche verso il monte Cofano e San Vito Lo Capo. Genovesi e frutta martorana: scoprite i dolci della tradizione Se camminare vi ha fatto venire fame, a Erice non mancano le pasticcerie dove rifocillarsi. La cittadina vanta una robusta tradizione in fatto di dolci le cui ricette sarebbero state tramandate dalle monache di clausura ericine. I più tipici sono la genovese, un bocconcino di pasta frolla ripieno di crema che si mangia ancora caldo, i mustazzoli, aromatici biscotti di pasta dura e croccante, i dolcetti da riposto, ripieni di conserva di cedro e decorati con glassa dai colori pastello, i bocconcini di mandorla, i quaresimali e la frutta martorana. Le pasticcerie più rinomate sono quelle di Maria Grammatico, che organizza anche corsi di cucina, e la San Carlo, entrambe nel centro storico. Ai dolci ben si abbina un bicchiere di Marsala dolce dalle vigne coltivate proprio sotto il monte Erice.
La regione

Isola dall'estate eterna, della cultura e dell'archeologia

Le cupole arabo-normanne di Palermo e il Barocco di Catania, i templi di Agrigento e l’anfiteatro di Siracusa, il mare cristallino di Lampedusa e la mondanità delle Eolie, le irresistibili prelibatezze della sua tradizione enogastronomica e la forza della sua natura lussureggiante: è la Sicilia, e ve innamorerete al primo sguardo.

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