Salta il menu
Enogastronomia
Molise. La costa adriatica

Enogastronomia, mare e arte del Molise adriatico

Tipologia
Percorso in auto
Durata
3 giorni
Numero Tappe
6
Difficoltà
Facile

Creato nel 1963, il Molise è la regione più giovane d’Italia nonché la seconda più piccola per superficie, dopo la sola Valle d’Aosta. Occupa un territorio collinare, a tratti montagnoso, adagiato tra il Tavoliere delle Puglie, le scoscese terre d’Abruzzo e l’Appennino meridionale.

Conosciuti come costa dei delfini, i trentaquattro chilometri di litorale adriatico del Molise sono dominati al centro dalla città di Termoli, per secoli tappa obbligata dei commerci costieri. Tutt’intorno si aprono poi paesaggi incontaminati attraversati dalla transumanza, la migrazione stagionale del bestiame verso il clima mite del Tavoliere delle Puglie. Tra borghi di antico fascino, arroccati a scopo difensivo su inespugnabili speroni rocciosi, si svelano le diverse eccellenze enogastronomiche del Molise adriatico.

Sono proprio i sapori della tavola termolese a fare da fil rouge a questo percorso in automobile. Insaccati e pecorini, ricette di carne e gustosi ortaggi plasmano l’identità enogastronomica locale: nonostante la presenza del mare, i molisani sono rimasti a lungo lontani dall’Adriatico, e la loro cucina ha così mantenuto un forte legame con la terra. Le poche (relativamente parlando) ricette di mare presenti nei menù dei ristoranti, come ad esempio il brodetto alla termolese, sono però altrettanto interessanti e meritano un approfondimento a parte.

Tra un prodotto e l’altro, l’itinerario non mancherà di includere al suo interno una visita ai principali monumenti e località, testimoni dell’arte e della storia di questa parte d’Italia: l’immediato entroterra di Termoli conserva cattedrali e castelli medievali, oltre a importanti aree archeologiche di epoca romana. Prima di partire è opportuno controllare il calendario: il Molise adriatico dà il meglio di sé tra la primavera e l’autunno, colpito com’è da inverni spesso rigidi e piovosi.

Termoli

Termoli

Arroccato su uno sperone naturale che spezza la continuità del litorale sabbioso molisano, il centro storico di Termoli è circondato da alte mura che separano i vicoli del nucleo medievale dalle onde dell’Adriatico. La sabbia dorata dell’ampia spiaggia di S. Antonio costeggia a ovest la città vecchia; a est sorge invece l’unico porto marittimo commerciale del Molise.

Due monumenti, cardini dell’identità termolese, spiccano alti tra i caseggiati del centro storico: la suggestiva cattedrale di S. Maria della Purificazione, capolavoro del romanico, e il massiccio castello svevo, a forma di tronco di piramide.

Bastano pochi passi sul lungomare cittadino per innamorarsi dei colori pittoreschi delle case termolesi, che guardano dall’alto la silhouette del trabucco di Celestino: una tipica struttura in legno che si allunga tra le onde del mare Adriatico, utilizzata in passato per pescare tra gli scogli con una grande rete durante le giornate di maltempo.

Tra i vicoli del centro storico di Termoli, o in alternativa in uno dei ristoranti che occupano il reticolato urbano ottocentesco, più arioso e moderno, si scoprono alcune ricette di mare che fanno concorrenza alla dominante cultura di carne e terra dell’enogastronomia molisana. Il pesce del resto è freschissimo e sarebbe un peccato non assaggiare, ad esempio, i crudi di mare, i calamari, le capesante, gli scampi e le seppie che abbondano sulle tavole termolesi. Ancora più tipica di Termoli è infine il brodetto, una zuppa di pesce condita con pomodoro, peperoni e peperoncino, a base di pescato locale. 

Campomarino

Campomarino

Solo la foce del fiume Biferno, unico corso d’acqua interamente compreso in territorio molisano, separa Termoli dal comune di Campomarino. La località è conosciuta per la qualità del suo olio d’oliva e dei suoi vini, noti anche a livello nazionale, prodotti tra i vigneti della Doc Biferno, distribuiti lungo la rigogliosa valle dell’omonimo fiume.

Vini bianchi, rosati e rossi arricchiscono le tavole di Campomarino, dove si fa principalmente uso di vitigni Montepulciano per le uve a bacca rossa e Trebbiano Toscano per le uve a bacca bianca.

Se è vero che il centro storico di Campomarino sorge su un dolce rilievo, leggermente spostato rispetto alla costa adriatica, l’insediamento si è però ampliato più recentemente anche lungo il litorale di Campomarino Lido, frequentato centro di villeggiatura, ricco di sorprendenti paesaggi marittimi.

Il nucleo antico di Campomarino si sviluppa intorno al suo principale luogo di culto, la chiesa romanica in pietra di S. Maria a Mare, che rivela una meravigliosa cripta sorretta da eleganti colonnine e decorata da affreschi quattrocenteschi.   

Campomarino ospita una delle più importanti comunità arbëreshë del Molise, gruppi etnici di origine albanese che, approdati in Italia a partire dal Quattrocento, hanno mantenuto viva la propria lingua e memoria storica.

Molti dei murales che abbelliscono strade e piazze del centro storico raffigurano episodi e tradizioni degli albanesi di Campomarino, Këmarini in lingua arbëreshë. Non sorprende sapere che la strada principale del paese è intitolata a Skanderbeg, condottiero albanese che combatté valorosamente contro l’invasione ottomana. 

Campomarino Lido

Campomarino Lido

Quando dal centro storico di Campomarino, ci si avvicina al mare si resta affascinati da un litorale particolarmente preservato da un punto di vista ambientale: dominate da soffici dune sabbiose che si lanciano verso l’acqua, le spiagge di Campomarino Lido regalano momenti di relax all’aria aperta, con panorami che si aprono all’orizzonte verso le isole Tremiti e il promontorio del Gargano.

Un momento enogastronomico a Campomarino Lido include altre ricette di mare propriamente termolesi, come il cosiddetto pappone, composto da pesce di scarto immerso in un preparato di pane raffermo. In alternativa si può iniziare a conoscere la cucina di terra molisana, assaggiando un piatto diffuso in tutta la provincia di Campobasso: la pampanella, fatta di carne di maiale condita e infagottata in una foglia di vite. Il nome della ricetta deriva dal latino pampinus, termine utilizzato per indicare la foglia di vite.

Prima di spostarsi nuovamente verso l’entroterra molisano, il viaggiatore può attraversare il piccolo abitato di Nuova Cliternia, conosciuta meta di pellegrinaggio. Si dice che lo scuro e misterioso ritratto della Vergine, conservato nel Santuario della Madonna Grande, sia stato ritrovato all’interno di una cappelletta rurale abbandonata, incastonata tra i campi. Da allora il quadro è oggetto di culto e viene portato in processione nel mese di agosto.

Larino

Larino

Percorrendo la strada che dal mare procede verso l’interno, si attraversano i paesaggi bucolici bagnati dal fiume Biferno. L’identità molisana è strettamente legata alla terra coltivata e alla pastorizia. Ogni inverno i greggi attraversano i tratturi molisani, ampi sentieri erbosi: i pastori lasciano l’Appennino e passano da qui alla ricerca di un clima più temperato.

Uliveti a perdita d’occhio accolgono il viaggiatore intorno al borgo di Larino, famosa per un olio d’oliva intenso e fruttato (la varietà Gentile di Larino), ottimo per insaporire, ad esempio, una tipica frisella, non prima di averla bagnata in acqua fredda per renderla più soffice.

Alcuni monumenti impreziosiscono di ulteriore bellezza il territorio. Conosciuta come “piccola Roma”, l’area archeologica di (nome latino di Larino), ai piedi del centro storico, custodisce le imponenti rovine di un anfiteatro romano, affiancato dall’antico foro, da una (villa romana) e dalle terme, abbellite da colorati mosaici popolati da animali marini e fantastici.

Per vivere le atmosfere della Larino medievale si deve invece risalire un dolce rilievo in direzione del centro storico. Tra gli stretti vicoli spicca maestosa la basilica concattedrale di S. Pardo: affacciata su un piccolo slargo, la chiesa sfoggia un bel portale d’ingresso di forme gotiche, ricco di sculture e sormontato da un rosone decoratissimo.

Guglionesi

Guglionesi

Attraversato nuovamente il fiume Biferno compare all’orizzonte il ripido colle che ospita il borgo di Guglionesi. I vitigni, già costeggiati nei pressi di Campomarino, sono nuovamente protagonisti del sorprendente paesaggio collinare molisano. Sono i prodotti caseari tuttavia ad attirare questa volta maggiormente l’attenzione del viaggiatore, che può approfittare di una tappa a Guglionesi per provare diversi formaggi molisani, provenienti dagli immediati dintorni o anche, perché no, dalle alture appenniniche.

Di latte vaccino sono ad esempio la treccia di Santa Croce di Magliano (che ricorda la mozzarella) e la stracciata di Agnone, formaggio fresco a pasta filata. La scamorza molisana è solitamente dolce, mentre il pecorino matese ha un sapore più deciso; presenta invece sentori erbacei e stagionati il formaggio di Pietracatella. Tra un formaggio e l’altro, da accompagnare con taralli, friselle e pani artigianali, si può assaggiare anche qualche specialità molisana a base di tartufo, una primizia diffusa in tutta la regione.

Inebriato dai deliziosi sapori molisani, il viaggiatore può dedicarsi ora al centro storico di Guglionesi, specialmente ricco di monumenti religiosi, come la chiesa di S. Antonio da Padova e quella di S. Nicola. È però la collegiata di S. Maria Maggiore il luogo di culto principale della città: qui si svelano le reliquie di S. Adamo Abate, patrono di Guglionesi, celebrato ogni anno dall’1 al 3 giugno.

Montenero di Bisaccia

Montenero di Bisaccia

Se Guglionesi è stata l’occasione per esplorare il mondo caseario del Molise adriatico, Montenero di Bisaccia è invece patria di un eccellente insaccato, la ventricina, nonché ottima località per provare anche altri tipi di salumi locali. La tipica soppressata ad esempio, o il capofreddo, una particolare tipologia di coppa, arricchita dai sapori speziati di aglio, peperoncino, scorza d’arancia, alloro, pepe e semi di finocchio. Non può mancare sulle tavole molisane anche il vrucculare, un guanciale affumicato e ben stagionato, insaporito dal peperoncino.

Tornando alla specialità tipica del borgo, la ventricina di Montenero di Bisaccia è composta dalle parti più nobili del suino, e tra le diverse spezie utilizzate per darle carattere c’è anche un pizzico di paprica dolce.

Il viaggiatore, amante o meno amante degli insaccati, può certamente dedicare una deviazione al borgo di Montenero di Bisaccia, che governa sui vigneti e gli uliveti circostanti dall’alto dei suoi oltre 270 metri di altitudine; più in basso, si aprono indimenticabili paesaggi marittimi, tra le pinete e le basse scogliere del litorale adriatico, punto di partenza di questo percorso.

Ops! C'è stato un problema con la condivisione. Accetta i cookie di profilazione per condividere la pagina.