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Un viaggio in primavera è la scelta migliore per godersi il clima favorevole e vedere gli affascinanti borghi italiani fiorire

In Primavera si assiste al risveglio della natura capace di trasformare luoghi e paesaggi. Uno dei piaceri più semplici è quello di esplorare l'ambiente e di cogliere i panorami e i suoni circostanti. Quando sceglierai dove andare in primavera in Italia preparati e lasciati stupire dai colori, i profumi e gli scenari incredibili, per vivere appieno la stagione della rinascita.
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Borghi
Castel Gandolfo

Castel Gandolfo

Che Castel Gandolfo appartenga alla zona dei Castelli Romani non stupisce né in termini di suono delle parole né di geografia, attorno ai Colli Albani subito a sud-est della capitale. Più che di una vera cittadina si tratta di un borgo d’impianto tardomedievale, secondo alcuni posto nel sito dell’antica Alba Longa, e celebre per la zona extraterritoriale – cioè a rigor di confini amministrativi non appartenente alla Repubblica italiana – dove i pontefici della Chiesa cattolica ancora oggi risiedono durante l’estate. Botteghe artigiane e locali che nella bella stagione aprono tavoli all’aperto costeggiano il corso che sale alla piazza della Libertà, slargo di tono barocco con la Fontana e la Collegiata di S. Tommaso da Villanova entrambe opera di un architetto e scultore principe del barocco come Gian Lorenzo Bernini. La chiesa conserva stucchi notevoli sia all’altar maggiore che nella cupola, e una Crocifissione opera di Pietro da Cortona. La piazza è chiusa in fondo dal Palazzo pontificio, cominciato a costruire verso gli anni ’20 del ’600 da Carlo Maderno, ma poi ampliato a più riprese. Il Palazzo è collegato alla Villa pontificia che era stata dei Barberini e al suo parco, esteso verso Albano Laziale includendo i resti di una villa dell’imperatore Domiziano. Sul tetto del Palazzo si vedono le due cupole della Specola vaticana, l’osservatorio astronomico trasferito qui negli anni ’80 del ’900 per sfuggire all’inquinamento luminoso di Roma, ma poi per lo stesso motivo spostato nei successivi anni ’80 a Tucson, nell’Arizona statunitense. Strade fatte costruire dai Papi scendono nel verde verso il lago Albano.
Borghi
Albano Laziale

Albano Laziale

Giustamente la cittadina identifica il proprio nome con quello del lago Albano sulla cui riva sud-occidentale si adagia l’abitato. Era qui che fra II e III secolo l’imperatore Settimio Severo aveva voluto fondare i “Castra Albana”, cioè l’accampamento militare della sua Seconda Legione Partica. Molto meno anticamente, fra ’200 e ’600, la zona era stato feudo della famiglia Savelli. Le testimonianze di queste vicende si incontrano lungo quelli che oggi sono corso Matteotti e il borgo Garibaldi, tratti della Via Appia. La terrazza di piazza Mazzini apre una vista sulla Campagna romana e sul parco di Villa Doria Pamphili. Il Duomo conserva dietro la sua facciata settecentesca una cripta con ancora le colonne e i capitelli dell’originaria basilica paleocristiana. La chiesa di S. Pietro rivela di avere utilizzato un’aula delle molto precedenti terme di Caracalla. Tra i ruderi delle Terme, il museo dedicato alla Legione di Settimio Severo espone reperti romani e riproduzioni di equipaggiamenti dei legionari. All’inizio di via Saffi si vedono i resti della Porta Pretoria che era l’ingresso principale ai “Castra Albana”, messi in luce dai bombardamenti del 1944. Non lontana, la chiesa di S. Maria della Rotonda deve la sua pianta circolare al ninfeo di Domiziano su cui era stata eretta nel nono secolo. Alla parte opposta di via Saffi, i Cisternoni sono un grandioso deposito sotterraneo scavato nella roccia per rifornire d’acqua il castrum romano. Alle spalle della chiesa di San Paolo si notano, alti a sull’abitato, i grandiosi ruderi dell’Anfiteatro romano che era capace di quindicimila spettatori. Nella neoclassica Villa Ferrajoli fra i suoi pini vecchi di secoli, il Museo civico archeologico espone reperti dal Paleolitico al medioevo. Al margine meridionale dell’abitato, si trova un mausoleo del I secolo a.C., il cosiddetto Sepolcro degli Orazi e Curiazi. Vicino, sotto la chiesa e il convento di S. Maria della Stella, si aprono le Catacombe di S. Senatore, un complesso cimiteriale dei primissimi secoli dell’era cristiana, con la cripta centrale affrescata nei secoli successivi.
Cicloturismo
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Sulle orme del Giro d’Italia 2022: Sanremo - Cuneo

Pedalare lungo questo itinerario è vivere un duello tra testa e cuore. Con la prima che impone di tenere gli occhi sull’asfalto e il secondo che invita ad alzare lo sguardo. Verso colli, fortificazioni e terrazze che vi faranno innamorare. Tre scenari in uno Spiagge ampie e sabbiose, intervallate da scogli e lunghi tratti di roccia: siamo sulla Riviera dei Fiori, nel Ponente Ligure, dove le colline ricoperte dalla macchia mediterranea si spingono a ridosso del mare. Lo scenario cambia radicalmente nelle Alte Langhe, i colli piemontesi al confine con la Liguria votati alla viticoltura. Qui i pendii sono più aspri, ma sempre incantevoli nel loro cambiare abito a ogni stagione: verdissimo nella primavera-estate, bianco-neve in inverno, giallo-arancio con il foliage autunnale. Infine, la provincia di Cuneo, adagiata nell’Alta Val di Tanaro, un ambiente naturale ancora incontaminato, con fitti boschi di querce, castagni, faggi e pini, dove le linee all’orizzonte si fanno più verticali: sono le pareti delle Alpi Liguri e, più in lontananza quelle, dell’Arco Alpino. In bici dal Ponente Ligure al Piemonte La Riviera dei Fiori e le colline piemontesi. Il mar Tirreno e l’Arco Alpino che rapisce lo sguardo e rasserena la mente. È difficile immaginare un itinerario più ricco di questo, che si snoda lungo le strade della tredicesima tappa del Giro d’Italia 2022. Al patrimonio naturalistico, si aggiungono spunti storici, artistici e spirituali. E un invito per tutti i cicloamatori: guardate all’insù. Non limitatevi alle salite (una per la verità) sui pedali, ma approfittate anche di torri, aerostati e cupoloni. Dall’alto questo territorio vi apparirà ancora più meraviglioso.
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